Quanto spendono gli altri Stati per l’emergenza coronavirus?

Nella maggior parte dei casi più dell'Italia. Un confronto tra le misure di finanza pubblica messe in atto dai principali Paesi avanzati per fronteggiare la crisi redatto dall'Osservatorio Cpi

Con il decreto Cura Italia, il governo ha approvato un primo pacchetto di misure economiche per far fronte all’emergenza causata dal coronavirus. Questi primi interventi fiscali valgono circa 20 miliardi di euro di maggior deficit, cioè l’1,1% del Pil. Le garanzie pubbliche dovrebbero invece coprire prestiti alle imprese: non è chiaro quale sarebbe l’importo di prestiti coperti, anche se il Ministro Gualtieri aveva inizialmente stimato un importo di 350 miliardi circa (19,7% del Pil). In attesa di conoscere i dettagli e le cifre del secondo decreto economico che il governo ha annunciato per il mese di aprile, in questa nota sintetizziamo le informazioni disponibili (spesso ancora parziali) su quanto deciso in campo di finanza pubblica da parte degli altri principali paesi avanzati. Si tratta di misure fiscali più consistenti di quelle finora previste dall’Italia, tranne nel caso del Giappone dove però un forte intervento è previsto per aprile.

Germania

Lo scorso 23 marzo il governo tedesco ha approvato un aumento del deficit per 156 miliardi di euro (il 4,7% del Pil) rispetto a quanto previsto in precedenza. Di questi, 33 miliardi sarebbero dovuti, secondo alcune stime, a minori entrate legate al rallentamento dell’economia, mentre il pacchetto di nuove spese per far fronte all’emergenza (il dato più confrontabile con l’1,1% del Pil finora previsto dall’Italia) vale 123 miliardi, cioè il 3,6 per cento del Pil. Le principali voci di uscita riguardano un accesso più facile agli assegni familiari e ai sostegni al reddito (circa 60 miliardi), aiuti una tantum a piccole imprese e lavoratori autonomi (50 miliardi) e alcune spese aggiuntive per la sanità (7 miliardi). In aggiunta alle risorse già stanziate, altri 200 miliardi di debito pubblico potranno essere aggiunti durante l’anno nel caso si rendessero necessari interventi temporanei nel capitale di aziende in difficoltà (fino a un massimo di 100 miliardi) o acquisti di obbligazioni della banca pubblica tedesca KfW, se quest’ultima volesse aumentare i propri prestiti alle imprese (anche qui, fino a un massimo di 100 miliardi). Infine, lo Stato si è impegnato ad offrire un ammontare “illimitato” di garanzie pubbliche sui prestiti alle imprese. Finora si è parlato di 400 miliardi di garanzie sui prestiti alle grandi imprese da parte del nuovo Fondo per la stabilizzazione economica (WSF) e fino a 822 miliardi sui prestiti alle piccole e medie imprese da parte della KfW. In totale, si tratterebbe di garanzie pari al 35,7 per cento circa del Pil tedesco, ma il governo ha assicurato che non esiste un limite massimo alle garanzie pubbliche.

Giappone

Il Giappone è finora intervenuto in modo limitato con due pacchetti di misure. Il primo intervento, deciso a metà febbraio, prevedeva 500 miliardi di yen (lo 0,1% del Pil) di prestiti statali a favore di piccole e medie imprese del settore del turismo. A questo è seguito un secondo intervento, a metà marzo, con cui i prestiti statali sono aumentati a 1.600 miliardi di yen (lo 0,3% del Pil) e sono stati estesi a un numero maggiore di imprese colpite dall’emergenza; inoltre, sono stati stanziati 430 miliardi di yen (meno dello 0,1% del Pil) per misure fiscali, principalmente spesa sanitaria e congedi parentali. Un terzo intervento molto più significativo è però previsto per l’inizio di aprile: le singole misure fiscali sono ancora in fase di discussione, ma la cifra finale dovrebbe ammontare ad almeno 15.000 miliardi di yen, ovvero il 2,7% del Pil giapponese. Oltre a misure di sostegno alle imprese, questo pacchetto potrebbe includere anche riduzioni di imposte e pagamenti cash in favore delle famiglie.

Regno Unito

Il governo britannico è intervenuto finora con due pacchetti di misure, mentre ne è previsto un terzo nei prossimi giorni. Il primo pacchetto include un programma di spesa per 30 miliardi di sterline, circa l’1,4% del Pil, di cui 5 miliardi per il sistema sanitario nazionale e 7 a supporto di imprese e lavoratori, mentre i restanti 18 miliardi saranno distribuiti sul biennio 2020-21. Il secondo pacchetto, messo in campo dopo il diffondersi più consistente del virus, è stato definito una “misura senza precedenti” e ha un valore di 350 miliardi di sterline. Nello specifico, 330 miliardi, pari al 15% del Pil, consistono in garanzie sui debiti delle imprese che necessitano liquidità, mentre i restanti 20 miliardi, lo 0,9% del Pil, sono destinati al taglio delle tasse e a sussidi per le imprese e i lavoratori. Un terzo pacchetto di misure fornirebbe reddito ai lavoratori delle imprese che resteranno senza lavoro a causa dell’emergenza. Non è stata ancora fornita una misura ufficiale dell’intervento, ma alcune stime indicano che il costo potrebbe aggirarsi intorno ai 78 miliardi di sterline (3,5% del Pil).

Francia

La Francia ha deciso di impiegare 45 miliardi di euro, l’1,9% del Pil. In particolare:

  • 32 miliardi per il differimento delle imposte delle imprese e dei contributi sociali per un mese;

  • 8,5 miliardi per il pagamento di due mesi di stipendio dei lavoratori temporaneamente lasciati fuori dai datori di lavoro;

  • 2 miliardi per un fondo di solidarietà a supporto delle piccole imprese;

  • 2,5 miliardi per altre misure minori.

Per quanto riguarda le garanzie, la Francia si è impegnata, attraverso l’utilizzo della banca di investimento pubblica Bpifrance, a fornire garanzie di Stato sui prestiti bancari alle imprese per un importo di 300 miliardi, pari al 12,4% del Pil.

Paesi Bassi

Le misure fiscali messe in campo a sostegno dei lavoratori e delle imprese ammontano a circa 20 miliardi di euro, il 2,5% del Pil. Il governo si è inoltre impegnato a offrire garanzie pubbliche sui prestiti alle imprese, ma non ha finora indicato un valore preciso di queste garanzie.

Spagna

Il piano fiscale approvato lo scorso 12 marzo per mitigare gli effetti del coronavirus vale 18 miliardi, circa l’1,5% del Pil. Le principali misure riguardano le spese di emergenza per la crisi sanitaria (poco meno di 4 miliardi), aiuti al settore delle imprese per andare incontro alle necessità di liquidità e misure di sostegno al reddito di lavoratori autonomi e dipendenti. Nei prossimi giorni si prospettano altre misure di sostegno all’economia. Inoltre, lo Stato si è impegnato a fornire garanzie pubbliche sui prestiti alle imprese per circa 100 miliardi di euro (l’8% del Pil) tramite l’Instituto de Credito Oficial (ICO), l’equivalente spagnolo della nostra Cassa Depositi e Prestiti.

Usa

In Usa si è arrivati all’accordo bipartisan per uno stimolo economico di circa 2.000 miliardi di dollari (il 9% del Pil) per attenuare gli effetti depressivi del coronavirus sull’economia, anche se non è del tutto chiaro se queste misure avrebbero effetto interamente nel 2020. Nonostante i dettagli siano ancora incerti, le misure includerebbero assegni diretti a adulti e minori, un pacchetto che include prestiti e garanzie sui prestiti di circa 500 miliardi diretti ad industria, Stati federali e città, e 367 miliardi di aiuti alle piccole e medie imprese per attenuare i problemi di mancanza di liquidità. Sembrerebbero essere presenti anche nuovi sussidi di disoccupazione e fondi per la sanità per 150 miliardi di dollari (0,7% del Pil).

* Osservatorio conti pubblici italiani

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