Poste Italiane per salvare Alitalia, il governo studia piano da 300 milioni

Archiviata l’ipotesi Ferrovie dello Stato, la partita per la compagnia di bandiera si sblocca con la società dell’ad Massimo Sarmi. Atteso il Cda per l’aumento di capitale

Poste Italiane per il salvataggio di Alitalia, la società dell’ad Massimo Sarmi per rendere nuovamente competitiva la compagnia aerea italiana in modo che non debba essere svenduta ma possa affrontare qualsiasi eventuale trattativa (vedi Air France) in una posizione di solidità, decidendo da sola il suo destino. Con questa mossa il premier Enrico Letta ha sbloccato la partita Alitalia, alla vigilia di un Consiglio di amministrazione che dovrà trovare i soldi per un aumento di capitale; servono almeno 300 milioni per evitare il tracollo. Tramontata l’ipotesi Ferrovie dello Stato (ma non si escludono sinergie in futuro), è probabile l’ingresso come socio pubblico di Poste Italiane, un partner che, attraverso la compagnia aerea controllata Air Mistral, può garantire la condivisione di infrastrutture logistiche, informatiche e di controllo. Con questa trattativa Alitalia potrà contare sull’innesto di capitali per un valore di 300 milioni di euro, di cui 75 provenienti dalle Poste, 150 da privati, e con altre formule comprese le obbligazioni azionarie. “Il governo – ha affermato a Radio1 il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi – ha cercato di creare le condizioni per una discontinuità: ora deve essere Alitalia a elaborare un fortissimo piano industriale”. Riguardo la trattativa con Air France il ministro è stato chiaro: “Air France è il partner principale, vediamo cosa farà” davanti all’aumento di capitale “altrimenti l’azienda dovrà trovare un altro grande partner internazionale”.

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