Piazza Affari, la “grande fuga” del 2024: persi 27,9 miliardi di euro

Il 2024 si sta avviando verso la conclusione, gli analisti rimangono cauti sulle prospettive future della Borsa italiana

Piazza Affari, chi entra e chi esce: un quadro della situazione© Shutterstock

Il 2024 si avvia a essere l’anno della “grande fuga” da Piazza Affari. Con un saldo netto tra ingressi e uscite che ha visto 23 aziende lasciare la Borsa, la situazione si fa grigia per la capitalizzazione del mercato italiano. A fronte di 20 nuove Ipo, infatti, l’Italia continua a vedere una costante emorragia di aziende, con una perdita complessiva di circa 27,9 miliardi di euro.

Le nuove ammissioni, sebbene siano state 20, non sono riuscite a compensare le uscite, che includono nomi di peso. Il primo è quello di CNH Industrial, che ha segnato il delisting più significativo, con una capitalizzazione di più di 15 miliardi di euro (15.008), seguita da Unipolsai (circa 7 miliardi). A questi nomi si aggiungono Saras e Ivs Group, rilevate da altre aziende o a causa di operazioni di private equity.

Tra i motivi di uscita, troviamo in gran parte le offerte pubbliche di acquisto (Opa) e le fusioni, come nel caso di Exprivia, che si è fusa con Abaco3, o Compagnia Immobiliare Azionaria, che si è fusa con Compagnie Foncière Du Vin. Questa fuga di capitalizzazione continua a essere una sfida per la Borsa italiana, che vede un numero sempre maggiore di aziende abbandonare il listino: in fin dei conti, infatti, i delisting non sono solo una questione di numeri, ma un segnale di un mercato che fatica a mantenere il suo appeal e a garantire una stabilità economica.

Per quanto riguarda gli arrivi, invece, come accennavamo ci sono stati 20 nuovi ingressi nel 2024, di cui 19 legati al mercato Euronext Growth Milan, un segmento che continua a essere la principale porta d’ingresso per le piccole e medie imprese italiane. Tra questi, alcune aziende hanno registrato piccole capitalizzazioni, come Cogefeed e Predict, che hanno raccolto rispettivamente 3 milioni e 7,5 milioni di euro, con capitalizzazioni di 6 milioni e 7 milioni di euro, mentre Smart Capital ha sorpreso con una capitalizzazione di 44 milioni di euro.

Nonostante ciò, la capitalizzazione media delle nuove quotazioni è stata modesta, con una raccolta complessiva di 204 milioni di euro: un dato che mette in evidenza la difficoltà delle piccole aziende di accedere al mercato pubblico, anche se il succitato segmento Euronext Growth si è confermato un’importante vetrina. Andando alla panoramica generale, il 2024 sta segnando una netta perdita di capitalizzazione, con 27,9 miliardi di euro usciti dai listini, contro i circa 1 miliardo di euro entrato attraverso le nuove Ipo.

Se escludiamo i due delisting più importanti, Piazza Affari ha visto una contrazione generalizzata, che solleva interrogativi sulla capacità di attrarre nuove aziende e di sostenere le imprese italiane quotate. Le politiche economiche, come gli interventi delle banche centrali e le modifiche normative previste dal Dl Capitali, potrebbero rappresentare una chiave di volta per invertire questa tendenza e stimolare una nuova ondata di liquidità nel mercato.

Mentre l’anno si avvia verso la conclusione, gli analisti rimangono cauti sulle prospettive future. Se da un lato le Ipo hanno mostrato segnali di resistenza, dall’altro le fusioni, le OPA e i delisting stanno riducendo la dimensione del mercato. L’attesa è ora rivolta ai primi mesi del 2025, quando si potranno analizzare gli effetti delle nuove politiche e capire se le modifiche normative porteranno davvero a un’inversione di marcia.

Piazza Affari, purtroppo, continua a soffrire di una mancanza di liquidità e di una certa difficoltà nell’attrarre capitali freschi. Solo con l’attuazione di politiche mirate e il ritorno della fiducia da parte degli investitori, il mercato italiano potrà sperare di superare questa fase di stagnazione e avviare una fase di crescita.

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