I super-ricchi fanno investimenti fuori dagli schemi e dagli asset class più tradizionali: puntano sui porti turistici e l’invecchiamento del whisky. Lo fanno perché, come spiegato in un articolo di Milano Finanza, con l’evoluzione dei fondi di private equity verso modelli di investimento più tradizionali, i family office che seguono gli uomini e le donne più facoltosi al mono stanno esplorando asset class meno convenzionali alla ricerca di un vantaggio competitivo.
Si tratta di rendimenti più stabili ma comunque redditizi. Parola di Horowitz Group, che propone royalties da pozzi petroliferi o da società farmaceutiche con ricavi che vanno dal 14% al 20%, in linea con i mercati privati ma con meno rischi.
Non sono strategie per l’investitore medio. Infatti, si parte da un minimo di 250mila dollari per arrivare a investire vari milioni. È una nicchia che non prendono in considerazione nemmeno i grandi investitori istituzionali, perché richiedono di affidarsi a strategie non collaudate. Oltretutto, la maggior parte dei fondi di nicchia alternativi è di dimensioni ridotte, con asset pari a 100 milioni di dollari o meno. I fondi pensione e le fondazioni di norma prediligono fondi più grandi.
Tuttavia, non tutti i super-ricchi vedono di buon occhio gli investimenti alternativi e di nicchia, come i fondi d’arte e le criptovalute. “Sebbene ne abbiano le capacità, preferiscono un approccio a lungo termine o una strategia che fornisca un flusso di reddito più costante per i membri della famiglia», ha specificato Dan Golosovker, responsabile Insights-Analytics di Addepar, una piattaforma tecnologica americana.
Come funzionano i family office
I family office puntano a investimenti insoliti, unici, nei quali sono i primi a puntare. Alcuni prediligono le cliniche dell’infertilità, gli asset legati al carbonio e le royalties nel settore dell’intrattenimento. Lo sa bene Cordillera Investment Partners che, con 1,7 miliardi di dollari di asset in gestione, è specializzata in porti turistici, terreni per data center, licenze per lo spettro wireless e botti di whisky.
Queste strategie sono nate prima del 2021, in un periodo in cui i tassi di interesse globali oscillavano vicino allo zero e gli investitori cercavano soluzioni che generassero rendimento. Basti pensare agli investimenti in royalties musicali e quelli dedicati al finanziamento delle cause legali, dove si guadagna – in percentuale – dalle eventuali vincite in tribunale.
Avendo il capitale necessario, c’è un altro vantaggio che i super-ricchi tendono a non sottovalutare: con gli asset alternativi non sono previste commissioni esorbitanti. Generalmente, si parla di una commissione di gestione annuale del 2%, più il 20% dei profitti sopra una soglia prestabilita. Un approccio più diretto permette loro, invece, di ridurre o eliminare le commissioni, e di acquisire conoscenze in un determinato settore.
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