Padoan, taglio dell’Irpef? Non bisogna accelerare i tempi

Intervistato alla radio, il Ministro ha parlato anche di pensioni, Bankitalia e delle critiche tedesche all’economia italiana

Il taglio dell’Irpef, previsto per il 2018, potrebbe essere anticipato al prossimo anno; tuttavia il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan invita alla cautela: interrogato sulla questione, in una intervista a Radio Anch’io ha avvertito che «Non bisogna affrettare i tempi». Fermo restando che la diminuzione della tassazione è e resta uno fra i pilastri della politica economica del Governo Renzi.

PENSIONI. Il Ministro si è dimostrato invece più ottimista rispetto alla questione del sistema pensionistico: l’obiettivo è modificare la legge Fornero, per introdurre misure che vadano a modificare, in particolare, alcuni aspetti della questione della flessibilità in uscita. La flessibilità in uscita potrebbe declinarsi nella forma del prestito o con l’anticipo con penalizzazioni. Per quel che riguarda il sistema pensionistico, dunque, vi sono margini di miglioramento, seppur quello italiano resti, a detta di Padoan, «tra più sostenibili e solidi d’Europa».

VISCO. Non è mancato un commento del Ministro dell’Economia riguardo alla questione bail-in: plaudendo alle dichiarazioni del Governatore di Bankitalia Ignazio Visco, ha sottolineato come ne condivida le medesime perplessità, e sottolineando come sia necessario, una volta che si adoperino misure necessarie sui singoli istituti bancari, sia necessario tenere d’occhio anche le realtà vicine e l’intero sistema pensionistico, senza sottovalutare il rischio contagio.

DEBITO PUBBLICO. Allo stesso modo, Padoan non ha mancato di esprimere la propria opinione rispetto alle critiche sollevate dalla Germania rispetto ai conti pubblici italiani: «L’Italia non ha niente da rimproverarsi. È uno dei paesi che sta facendo più riforme strutturali e, insieme alla Germania, ha anche uno dei maggiori avanzi primario di bilancio pubblico. Stiamo crescendo e abbiamo conti pubblici sostenibili». Padoan ha fatto notare come il deficit sia tra i più bassi dell’Eurozona, e come il debito sia in discesa: il rallentamento di tale calo appare infatti completamente attribuibile alla mancata inflazione.

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