Mps è tornata in Borsa, ma ci è già costata 2 miliardi

Il prezzo di ripartenza è fissato a 4,28 euro per l'offerta pubblica volontaria parziale di scambio e transazione. La sospensione risaliva al 22 dicembre dell'anno scorso

Mps è tornata in Borsa dopo oltre otto mesi di stop. Il titolo era bloccato dal 22 dicembre scorso, quando la Consob aveva congelato le contrattazioni fino a quando non fosse stato ripristinato «un corretto quadro informativo sui titoli emessi o garantiti dall’istituto». Salvata dal Tesoro, Mps nel documento di rilancio ha indicato come prezzo prudenziale delle sue azioni 4,28 euro. Erano 8,65 quelli sottoscritti dagli obbligazionisti subordinati e 6,49 quelli pagati dallo Stato, mentre il titolo ne valeva 15 prima della crisi.

Mps torna in Borsa

A questi prezzi la quota sottoscritta dal Mef con 3,85 miliardi di euro di soldi pubblici vale 2,84 miliardi. Ma non è tutto: la minusvalenza è destinata a lievitare fino a circa 1,8 miliardi nel caso di adesione totalitaria all’offerta di scambio rivolta ai piccoli risparmiatori (diventati azionisti nel processo di burden sharing). Costoro potranno infatti consegnare le proprie azioni al prezzo di 8,65 euro al Tesoro in cambio di bond senior emessi da Mps e finanziati dallo Stato con 1,5 miliardi di euro. Il periodo di adesione all’offerta avrà inizio alle ore 8,30 del 30 ottobre 2017 e terminerà alle ore 16,30 del 17 novembre 2017.

Lo Stato al 70% di Mps

Questo processo porterà lo Stato, che detiene già il 51,184% del capitale, fino al 70%. All’esordio nelle contrattazioni il titolo è partito a 4,12 euro per poi finire in asta, superare quota 5 euro e infine assestarsi attorno a quota 4,4 euro per una capitalizzazione che si aggira intorno a 4,9 miliardi.

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