Lusso: il 22% delle aziende è italiano, ma sono i grandi gruppi internazionali a guidare la crescita

Siamo ancora il primo Paese del settore a livello di presenza, ma contribuiamo solo al 12,4% del valore delle vendite totali dei primi cento player

Nell’anno fiscale 2019 le 100 più grandi aziende di beni di lusso al mondo hanno generato vendite per 281 miliardi di dollari, con una crescita di 15 miliardi rispetto all’anno passato. A tassi di cambio costanti, il tasso di crescita per i primi 100 player è stato del 8,5%, una lieve flessione di 1,1 punti percentuali rispetto al picco di 9,6% raggiunto nel FY2018. È quanto emerge dalla settima edizione del Global Powers of Luxury Goods, lo studio annuale di Deloitte.Per il terzo anno consecutivo, il quartetto dei migliori player del lusso è composto dai colossi LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton SE, Kering SA, The Estée Lauder Companies Inc. e Compagnie Financière Richemont SA. Segue il gruppo L’Oréal Luxe, che sostituisce Chanel al quinto posto in classifica; EssilorLuxottica SA rimane stabile al settimo posto. The Swatch Group perde due posizioni, scendendo al decimo posto.Da segnalare che per la prima volta le vendite aggregate delle aziende della Top 10 costituiscono più della metà delle vendite di tutte le aziende nella classifica: il 51,2%. Inoltre, i net profit delle 9 aziende su 10 che hanno reso pubblico il dato, rappresentano a valore il 71,7% dei net profit totali delle Top 100.

Il Made in Italy torna a crescere

In generale, come negli anni precedenti, l’Italia con il suo Made in Italy si conferma Paese leader nel settore, posizionando ben 22 aziende tra le 100 che costituiscono la graduatoria. Di queste, circa due terzi operano nel comparto dell’abbigliamento e calzature, mentre il 23% appartiene alla categoria borse e accessori – costituendo più della metà delle aziende nella categoria stessa. La crescita delle vendite di beni di lusso delle nostre aziende su base annua per il FY2019 è stato del 4,7%, una buona ripresa rispetto alla crescita delle vendite pari a zero nel FY2018.EssilorLuxottica, che rimane stabile al settimo posto, è anche quest’anno, l’unica azienda italiana presente in Top Ten. Con il gruppo Prada e Giorgio Armani risulta tra i tre principali player italiani in classifica che, in forma aggregata, rappresentano quasi la metà delle vendite di beni di lusso realizzate nel FY19 dalle aziende italiane presenti nel ranking.

Complessivamente, è Moncler il brand con la performance migliore nel corso degli anni: non solo è rientrato tra i Fastest 20 per cinque anni consecutivi, ma nel FY2019 ha registrato anche il terzo net profit margin più alto della Top 100, al 22,0%, dopo Vivara (azienda brasiliana) ed Hermès. Anche Ermenegildo Zegna ed Euroitalia hanno registrato una crescita delle vendite a doppia cifra, tanto che quest’ultima è rientrata tra le 10 aziende a crescita più rapida dello scorso anno.Il FY2019 è stato anche l’anno in cui sei dei grandi marchi del lusso italiano sono tornati a registrare una crescita positiva: Giorgio Armani, OTB, Dolce & Gabbana, Ferragamo, Ermenegildo Zegna e Twinset.

Verso una concentrazione del settore fashion and luxury

Pur essendo le più numerose, le aziende italiane della Top 100 realizzano solo il 12,4% dei ricavi totali globali, collocandosi in quarta posizione dopo Francia (28,3%), Stati Uniti (18,3%) e Svizzera (13,2%). E sempre la Francia, con solo nove aziende in classifica, ha anche conseguito la migliore crescita nelle vendite di prodotti di lusso nel FY2019, pari a 15,7%, quasi il doppio della crescita dell’intera Top 100. Quando si parla di net profit margin, è invece la Svizzera che con il 16,2% registra il risultato migliore rispetto agli altri paesi rappresentati in classifica, seguita dalla Francia con il 15%. L’Italia, con 5,6%, si colloca all’ultimo posto.

Infine, guardando alle categorie di prodotto delle 100 aziende analizzate da Deloitte, il FY2019 si attesta come un anno positivo per tutti i settori. La crescita delle vendite di beni di lusso tra i settori merceologici è diventata meno polarizzata. Il tasso di crescita è stato inferiore nel FY2019 tra i settori che hanno mostrato maggiore crescita nel FY2018 e, viceversa, è stato maggiore tra quelli con tassi di crescita più bassi nel FY2018 – abbigliamento e calzature, borse e accessori.È il settore della cosmetica che registra la crescita più alta (8,5%), seguito da gioielleria ed orologi (6,1%), abbigliamento e calzature (5,8%) e dal settore delle borse e degli accessori (4%). Anche la categoria delle multiple luxury goods cresce del 12,8%, 1,8 punti percentuali in meno rispetto al FY2018.

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