L’Europa studia gli effetti di un’Unione senza Grecia

Il piano per l’uscita di Atene dall’euro spaventa i mercati, ma da Bruxelles non si esclude più una simile eventualità e ci si prepara ad affrontarla

L’Europa si prepara a un’Unione senza Atene. È quanto trapelato dall’ultimo vertice di Bruxelles dove sarebbe stato istituito un team di esperti per seguire gli sviluppi della situazione greca, per esaminare (e forse gestire) il possibile impatto di un ritorno di Atene alla dracma. La notizia ha provocato un nuovo crollo delle Borse (Milano ha perso il 3,6%) e le smentite del ministro delle Finanze greco (“si tratta di notizie non solo false ma che rischiano di vanificare gli sforzi che sta compiendo il Paese”) e dei leader europei, non sono bastati a rassicurare i mercati. La nascita di una task force per un’Europa senza Grecia non ha trovato conferme, ma nemmeno smentite: difficile, infatti, che i Paesi dell’Eurozona non stiano pensando a gestire una simile eventualità. Anche le ultime dichiarazioni del presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy (“Vogliamo che la Grecia resti nell’euro rispettando gli impegni presi”) molto simili a quelle rilasciate oggi da Mario Monti, fanno capire che il futuro di un’Unione con Atene – legato per buona parte all’esito delle elezioni del prossimo 17 giugno – è più una speranza che una convinzione. Secondo quanto trapelato dal vertice di Bruxelles, il team di esperti dovrebbe valutare in particolare il possibile contagio di altri Stati sovrani e rischi di un effetto domino sulle banche, con una possibile fuga dei conti correnti verso l’estero; si tratterebbe poi di prevenire un terremoto sui mercati, con possibili nuove misure straordinarie che potrebbero includere la ripresa degli acquisti di bond governativi, o il lancio di un nuovo massiccio programma di prestiti illimitati a lungo termine alle banche.

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