Kkr, colosso americano di private equity, starebbe valutando l’Opa e il delisting del gruppo italiano Gpi Spa, quotato su Euronext Milan, leader nel settore della tecnologia sanitaria. È una società trentina, fondata nel 1988 da Fausto Manzana, di cui è presidente e amministratore delegato, che fornisce servizi informativi e amministrativi ajle strutture sanitarie italiane pubbliche e private. Nel 2016 la Spac Capital for Progress 1 aveva comunicato la business combination con Gpi portandola in borsa.
Da allora, il valore del titolo, partito attorno ai 10 euro, è salito fino al massimo di 16,5 euro a inizio 2022 e il 16 luglio ha chiuso a 13,04 euro per 390 milioni di capitalizzazione, dopo aver guadagnato il 24,4% da inizio anno. Gli azionisti, che detengono partecipazioni superiori al 5% dei diritti di voto, sono FM Spa di Manzana e Cdp Equity Spa.
L’anno scorso, Gpi ha registrato ricavi per 510 milioni di euro, pari a +17,7%, con un ebitda in crescita del 31% a 105 milioni e un utile netto da attività operative di 15 milioni di euro. A dicembre 2024, l’indebitamento netto era diminuito a 332,7 milioni, rispetto ai 365 milioni di inizio anno. Si tratta di numeri che fanno gola alla società statunitense, che vuole ampliare i propri orizzonti nel Vecchio Continente.
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I dettagli dell’operazione
Kkr si troverebbe in una fase iniziale della trattativa, in cui sta valutando l’Opa e il delisting di Gpi Spa. La società ha incaricato l’advisor Rothschild di occuparsi della cessione. Se l’operazione andasse in porto, porterebbe un aumento delle operazioni di buyout in Europa, dove molte società di private equity stanno approfittando di valutazioni più contenute e di un ambiente finanziario più favorevole.
Già a maggio di quest’anno, Kkr aveva manifestato l’intenzione di espandersi fuori degli Stati Uniti, puntando sull’Europa. Tra le operazioni più recenti del gruppo ci sono le acquisizioni di Karo Healthcare, in Svezia, e Osttra, ex joint venture fra S&P Global e Cme Group, specializzata in servizi post-trade.
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