Flowe, l’app che non c’era

L’applicazione appena lanciata da Banca Mediolanum potrebbe essere considerata un unicum nel suo genere. Perché non è solo un prodotto fintech evoluto, con un preciso obiettivo strategico in termini di business, ma porta con sé un inedito contenuto di valori legati all’innovazione e alla sostenibilità. Il punto di vista dell’amministratore delegato, Massimo Doris

Come far cambiare l’atteggiamento dei giovani (e insieme a loro a target anche più adulti…) verso i servizi finanziari e nei confronti di realtà come le banche che vengono percepite come troppo istituzionali? Verrebbe da rispondere, “basta una app!”, se non fosse che in materia di app il fintech ha già prodotto di tutto di più. Innovare non basta si sono detti circa un anno fa al Mediolanum Campus di Basiglio (Milano3), serviva quello che l’amministratore delegato Massimo Doris ha definito un salto evolutivo. Quel “salto” ha adesso un nome, Flowe, sposato a un pittogramma, quello della goccia, che restituisce il concetto del fluire, evocando l’evoluzione continua insita in questa better being plat-firm, ovvero una piattaforma aziendale dedicata a quell’ampia platea di persone sensibili ai temi della sostenibilità, del benessere individuale e sociale, il tutto all’interno di un servizio bancario completamente digitale.

Non a caso per far nascere Flowe il gruppo ha costituito un’autonoma società benefit con «finalità di beneficio comune operando in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, beni e attività culturali e sociali, enti e associazioni e altri portatori di interesse », che ha come presidente Oscar di Montigny, già Chief Innnovation, Sustainability & Value Strategy Officer di Banca Mediolanum, e Ivan Mazzoleni come amministratore delegato. Fino a qui le intenzioni, ma quali sono le azioni attraverso cui si intende conseguirle? Si parte dall’instillare la cultura del risparmio consapevole (promuovendo anche il risparmio per obiettivi) per arrivare al consumo responsabile; per questo un’apposita funzione indicherà quali sono i livelli di CO2 immessi nell’ambiente con la produzione del bene che si acquista attraverso la card – in legno riciclato su circuito Mastercard – collegata a Flowe, mentre alcune società partner si occuperanno del resto: Doconomy misurerà l’impatto ambientale degli acquisti, ZeroCo2 si occuperà di compensarli piantando degli alberi e Wami sosterrà progetti per realizzare acquedotti in aree del mondo in difficoltà. Si perseguono tali propositi facendo del benessere della persona il centro di gravità dei piani di abbonamento custom, anche perché la community di Flowe potrà usufruire di contenuti esclusivi realizzati appositamente da un pool di consulenti nei campi più disparati, dalla medicina alla robotica, dal personal branding all’entrepreneurship, passando per l’alimentazione e lo sport. Il tutto in un’ottica entertainment e gaming (sono previsti diversi livelli e raccolta punti così come nei videogame), con una veste grafica e funzionale estremamente intuitiva: basti pensare che per scaricare l’app e aprire il conto è sufficiente una manciata di minuti.

Flowe punta a fare la differenza in termini di educazione finanziaria e ambientale per promuovere – testualmente – «la felicità dell’individuo», senza dimenticare il business. «Siamo solo all’inzio: il commitment e l’ambizione della Banca sono massimi… Con Flowe», sottolinea a più riprese Doris, «puntiamo a raggiungere milioni di clienti, in Italia e in Europa, e nell’arco di tre anni siamo certi di poter raggiungere il break-even».

In una fase come quella che sta attraversando l’Italia, il lancio di Flowe può essere letto come un gesto di fiducia nei confronti del nostro Paese e dei risparmi delle famiglie italiane. Com’è stato lavorarci durante il lockdown? Da una parte complesso, anche se devo dire che il team di Flowe ha lavorato da subito completamente da remoto, il che non sorprende vista la natura fortemente innovativa di questo nuovo istituto finanziario… Dall’altra semplice, perché l’obiettivo che ci eravamo prefissati era molto chiaro.

La pandemia ha acceso i riflettori sui temi della sostenibilità che sono alla base della vostra piattaforma, vi siete sentiti un po’ sopravanzati dagli eventi? Non proprio, visto che il tema della sostenibilità ambientale era già all’ordine del giorno con il movimento legato a Greta Thunberg, e che con il lockdown è stato sostituito dall’incedere della sostenibilità legata alle persone e alla loro salute, a cui si è aggiunta anche la sostenibilità economica riferita alle imprese. Si tratta di trend ciclici, che non hanno avuto sostanzialmente riflessi sull’obiettivo di Flowe che consiste nel dare ai suoi clienti qualcosa che vada al di là del servizio di transazioni finanziarie, assecondando l’esigenza dei giovani di scambiare tra loro denaro in modo semplice, sposandone le urgenze di sostenibilità e benessere, che vuol dire poter vivere bene. Il che, parlando di soldi, significa inoculare la cultura del risparmio, anche minimo, ma progressivo e costante nel tempo, in modo da poter finanziare i propri progetti di vita e realizzare i propri sogni. Per questo abbiamo sposato il simbolo del drop, della goccia che si traduce nel far cadere nel proprio salvadanaio pochi soldi alla volta per raggiungere l’obiettivo che l’utente si è prefissato. A tal fine abbiamo attivato tutta una serie di strumenti gaming, che aiutano a ricordarti a che punto del percorso ti trovi per poter finanziare la tua vacanza, il nuovo iPad o il corso di formazione che tanto desideri, indicandoti anche dove spendi i tuoi soldi e come puoi ottimizzare i tuoi acquisti. Per certi versi abbiamo fatto nostro il concetto dello scrittore spagnolo Alex Rovida, che peraltro fa parte del team di consulenti che realizzerà contenuti per la app, il quale sostiene che fortunati si diventa. Ebbene, con Flowe, vorremmo aiutare i nostri clienti a imparare a costruire la propria fortuna.

E potranno cominciare da giovanissimi… Sì. Da metà luglio potranno avere accesso a Flowe anche i ragazzi a partire da 12 anni, da ottobre anche i più piccoli. Ovviamente sotto la vigilanza dei genitori, che possono indirizzare le spese dei loro figli impedendo loro – abbiamo previsto delle funzioni apposite – di acquistare determinate merceologie o servizi.

Quanto c’è di Banca Mediolanum in questa newco? Si tratta di due realtà indipendenti, proprio perché non ci siamo voluti limitare a realizzare un conto o una semplice app collegata alla nostra banca, ma creare un ecosistema a parte con cui condividiamo lo stesso spirito. Siamo due realtà complementari. Perché se da una parte abbiamo recepito le istanze dei giovani che sentono le banche, anche Banca Mediolanum che nel sistema è tra le più evolute, come istituzioni sorpassate e che preferiscono raccogliere i consigli degli amici anziché di un consulente, dall’altra con l’andar del tempo i giovani utenti si trasformeranno in professionisti e lavoratori che probabilmente per investire i propri risparmi avranno bisogno di consigli professionali e mirati. A quel punto per alcuni basterà il fintech, ma per molti altri – è stato dimostrato a più riprese – il rapporto di consulenza umana sarà essenziale: si diventa più esigenti e più accorti quando bisogna investire i risparmi di una vita. Allora, spero che il rapporto di fiducia stretto con noi sia tale per cui sarà naturale scegliere i Family Banker di Banca Medionalum.

La commissione di inchiesta sul sistema bancario di Bankitalia sostiene che le simulazioni non sono rassicuranti: anche le banche saranno colpite dalla crisi. Eppure, i numeri della vostra ultima trimestrale sono in crescita e siete una delle banche più solide del panorama europeo. La solidità di un istituto bancario esprime il rapporto tra il capitale versato, riserve e utili, e gli impieghi alla clientela ponderati per il rischio. Il nostro interlocutore, quasi esclusivo, è il risparmiatore privato e non le imprese. Il che rispecchia appieno l’idea iniziale che spinse mio padre a fondare la nostra banca: occuparsi di gestione del risparmio della famiglia. Grazie al lavoro di consulenza dei Family Banker, instauriamo un prolungato rapporto di conoscenza e di fiducia con i nostri clienti, che ci consente di erogare mutui e prestiti a basso rischio. La fiducia della clientela si traduce nell’affidarci sempre maggiori quote del loro risparmio e ciò ci consente di continuare a realizzare utili, parte dei quali vengono poi distribuiti come dividendi ai nostri azionisti. Questo genera nel cliente ulteriore sicurezza per i propri investimenti.

In molti, insieme al premier Conte, sostengono che il peggio per la nostra economia debba ancora venire. Quali potrebbero essere le priorità da affrontare affinché la situazione non diventi drammatica per le aziende, le famiglie e il Paese? La grave emergenza sanitaria che abbiamo vissuto nei mesi scorsi rappresenta il momento più difficile che recentemente l’umanità ha dovuto affrontare, con i conseguenti impatti emotivi, sociali e anche economici di cui avremo un quadro preciso solo con la lettura dei dati che saranno disponibili tra qualche mese, forse già da agosto. Il governo dovrà essere veloce nell’attuare le misure annunciate: alcune – importantissime e già disponibili, altre ancora alla fase progettuale. Certo, il Recovery Fund è fondamentale, ma bisogna aspettare il 2021, mentre il Mes va utilizzato tempestivamente senza esitazioni. La cassa integrazione è stata fondamentale e utile come una benda per fermare l’emorragia del lavoro, ma ora occorre intervenire con una sutura, vale a dire una strategia ad ampio spettro di aiuti a favore delle imprese, perché proprio queste ultime creano in concreto i posti di lavoro. Fornire ai lavoratori un sostegno economico durante l’emergenza è stato vitale, ma adesso è necessario cominciare a fornire la canna da pesca anziché il pesce.

Articolo pubblicato su Business People, luglio-agosto 2020

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