Dall’Ue guerra alle agenzie di rating… americane

Moody’s declassa il debito del Portogallo e scatena l’ira dell’Unione che spara a zero sul “dominio” sui mercati delle agenzie che non sembrano infallibili…

Realizzare un’agenzia europea che possa spezzare l’oligopolio americano, troppo spesso criticato per valutazioni che creano instabilità nei mercati. È l’obiettivo dell’Unione europea che risponde così al downgrade di Moody’s nei confronti del Portogallo, i cui bond sono stati portati al livello di spazzatura suscitando le ire della Commissione europea. “È piuttosto strano che il mercato sia dominato soltato da tre attori e nessuno sia europeo”, ha dichiarato il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, riferendosi alle americane Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch e paventando anche giudizi volutamente anti-europei. Così dall’Unione arriva una proposta di soluzione: un’agenzia del rating europea per superare lo strapotere americano sul settore. Barroso ha confermato come la Commissione europea stia lavorando “da mesi” alla riforma del rating per “evitare conflitti di interessi” e immettere nel sistema il concetto di “assunzione di responsabilità”.Anche l’Italia combatte una battaglia personale contro le agenzie: la Consob aspetta per venerdì le spiegazioni di Moody’s sul report con cui ha messo sotto osservazione 16 banche italiane. E “gli accertamenti proseguono”, secondo un portavoce della commissione ascoltato dall’agenzia di stampa Ansa, anche per Standard & Poor’s, già sentita lunedì in merito al giudizio sulla manovra del governo espresso a borse aperte e prima dell’approvazione definitiva. In attesa del verdetto dell’autorità di vigilanza, previsto per le prossime settimane, S&P è tenuta a restituire alla Parmalat i corrispettivi percepiti per il rating delle obbligazioni della società, come ha stabilito ieri il Tribunale di Milano. Si tratta di 784 mila euro più le spese processuali, una piccola cifra rispetto agli oltre 4 miliardi di risarcimento danni chiesti da Collecchio, ma che comunque attesta l’errore dell’agenzia, che ha mantenuto un giudizio positivo sul gruppo anche a ridosso del crac del 2003. Parmalat non è certo il primo degli “sbagli” delle agenzie, che secondo un’analisi di Adusbef su oltre mille rapporti danno indicazioni errate in oltre nove casi su dieci. “Ultimamente le agenzie di rating hanno confermato di essere fortemente pro cicliche”, ha dichiarato in un’intervista a La Stampa, il vicedirettore generale e capo economista dell’Ocse, Pier Carlo Padoan. “Producono profezie che si auto avverano. Non è vero che trasmettono informazioni: esprimono valutazioni, imprimendo un’accelerazione a tendenze che sono già in atto. È come dare una spinta a chi è già sull’orlo del burrone. Aggravano le crisi”.

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