Prosegue il riassetto del settore dell’asset management italiano con un’operazione di rilievo siglata da Azimut Holding e il fondo Fsi. Le due realtà hanno formalizzato un accordo vincolante che porterà alla nascita di Tnb, una banca digitale di nuova generazione interamente dedicata alla consulenza patrimoniale.
Secondo quanto emerso, Azimut conferirà nella nuova realtà circa 1.000 consulenti finanziari, mantenendo però una partecipazione strategica del 19,99%. Fsi acquisirà l’80,01% della nuova entità, destinata a chiamarsi Tnb, con l’ingresso anche di un pool di co-investitori, tra cui lo stesso management e i consulenti coinvolti nel progetto. La holding guidata da Pietro Giuliani incasserà nel tempo un controvalore complessivo stimato in 1,2 miliardi di euro, contribuendo a spingere le previsioni di utile netto per il 2025 fino a un miliardo di euro. Il progetto Tnb si basa su un’acquisizione bancaria già identificata, per la quale sono in corso discussioni in fase avanzata.
Il cuore dell’accordo è rappresentato da una partnership industriale pluridecennale tra Azimut e Tnb, che diventerà il principale distributore terzo dei prodotti del gruppo, nonché partner bancario di riferimento per almeno 20 anni. È inoltre previsto un accordo di garanzia che assicura ad Azimut almeno 2,4 miliardi di euro in commissioni nell’arco di 12 anni. Azimut conserverà ampi diritti di governance in Tnb, inclusa la nomina di un membro del Cda e uno del collegio sindacale, oltre a diritti informativi e veti su decisioni strategiche. Un patto parasociale regolerà i rapporti tra gli azionisti, con clausole di lock-up, prelazione e un’opzione call attivabile dal settimo anno.
L’ambizione dichiarata è quella di far crescere Tnb come nuovo player indipendente del settore, con l’obiettivo di una futura quotazione in Borsa. Paolo Martini, attuale Ceo di Azimut Holding, sarà alla guida della nuova banca come amministratore delegato, forte di oltre vent’anni di esperienza nel settore della consulenza finanziaria. Pietro Giuliani ha definito l’operazione “in controtendenza rispetto al mercato italiano”, ribadendo la volontà di Azimut di evolvere come piattaforma indipendente e globale, senza rinunciare al presidio diretto nel settore del wealth management multigenerazionale.
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