Lo sciopero a oltranza dei lavoratori Volkswagen in Germania è cominciato oggi, come annunciato dai sindacati a cavallo del weekend, quando la crisi aziendale ha raggiunto un picco anche nella percezione dei dipendenti. La mobilitazione serve principalmente a protestare contro i piani della multinazionale dell’automobile, il maggiore produttore del Vecchio Continente, che prevedono la chiusura di stabilimenti e la perdita del posto per migliaia di persone.
Il sindacato Ig Metall, che guida la protesta, ha comunicato: “Dopo tre cicli di trattative, VW ha avuto la possibilità di eliminare dal tavolo la chiusura delle fabbriche e i licenziamenti di massa. Ciò non è avvenuto, nonostante un piano futuro globale della IG Metall e del comitato aziendale. Ora in risposta seguono gli scioperi di avvertimento!”.
“Abbiamo dato suggerimenti concreti su come mantenere i siti e al contempo risparmiare i costi. Ora devono essere attuati scioperi di allarme per esercitare pressione sulla gestione”, ribadiscono dal sindacato ai lavoratori.
Thorsten Gröger del sindacato dei metalmeccanici tedeschi Ig Metall, ieri, aveva confermato: “Gli scioperi di avvertimento inizieranno lunedì in tutte le fabbriche. Se necessario, questa sarà la battaglia contrattuale collettiva più dura che Volkswagen abbia mai conosciuto“. Il sindacato definisce il management dell’azienda come “responsabile, al tavolo delle trattative, per la durata e l’intensità del confronto”. L’annuncio è arrivato in concomitanza con lo scadere del periodo di “dialogo sociale” obbligatorio previsto dai regolamenti tedeschi, in questo caso per 120 mila dipendenti: il termine cadeva alla mezzanotte di venerdì 29 novembre 2024. A quel punto lo scontro tra le parti si è inevitabilmente acceso.
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