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Economia

Taxi volanti a Milano, Roma e Venezia entro il 2030

Di fronte a un mercato professionale dei droni che continua a crescere – oltre 700 imprese in Italia, business vicino ai 120 milioni di euro – si punta a lanciare i primi velivoli per il trasporto di persone tra sette anni

Taxi-volanti-Milano-Roma-Venezia-Osservatorio-Droni Un progetto di Advanced Air Mobility di Volocopter società tedesca partecipata da Atlantia, che punta a portare i primi taxi aerei a Roma Credits: © Volocopter

Continua a crescere il mercato professionale dei droni in Italia. Nel 2022, secondo l’indagine dell’Osservatorio droni e mobilità aerea avanzata, il settore ha realizzato un giro d’affari complessivo di 118 milioni di euro, il 20% in più rispetto al 2021, superando di poco i livelli pre-Covid. Un business simile a quello presente in Germania e superiore ad altri sei Paesi europei, tra cui la Francia, che fa ben sperare per il lancio dei primi taxi volanti – droni più grandi, abilitati al trasporto di persone o cose – entro il 2030. “L’Italia sta assumendo un ruolo di primo piano nel panorama europeo trainando lo sviluppo del segmento dell’Advanced Air Mobility grazie a forti investimenti e sperimentazioni concrete”, spiega Paola Olivares, direttore dell’Osservatorio. “Nel prossimo futuro sarà però fondamentale la conversione delle strategie e delle sperimentazioni in piani e progetti operativi in grado di portare sul mercato servizi innovativi”.

Il mercato dei droni in Italia

In base allo studio, a cui ha contribuito un pool di aziende con capofila la School of Management del Politecnico di Milano, le imprese del settore in Italia sono 706 (in lieve calo rispetto alle 713 del 2021), mentre si contano quasi 60 mila droni registrati sul portale d-flight  dal 2020 a oggi (13.921 nel 2022), di cui il 92% per droni a uso ricreativo e solo l’8% per droni a uso professionale in imprese e Pubblica amministrazione. Gli operatori registrati e attivi in piattaforma a dicembre 2022 sono poco più di 87 mila (+34% rispetto al 2021). Buone notizie anche sul fronte delle autorizzazioni per voli Bvlos, condotti a una distanza che non consente al pilota remoto di rimanere in contatto visivo diretto e costante con il drone: Enac ha autorizzato 27 sperimentazioni nel 2022, contro le 11 del 2021, segnale sulla volontà di investire in un ambito fondamentale per lo sviluppo del trasporto di merci e persone. Di fatto, un preludio ai taxi volanti.

Il mercato dei droni nel mondo

A livello mondiale, le applicazioni di droni censite tra il 2019 e il 2022 sono 1.137, +27% nel 2022. Nel segmento operativo – l’unico che al momento genera profitti, costituito da droni medio/piccoli in grado di svolgere attività a valore aggiunto per i settori più tradizionali – i casi applicativi sono 823, il 72% del totale. Le principali applicazioni riguardano ispezioni e sopralluoghi (43%), sicurezza e sorveglianza (18%) e ricerca-soccorso (12%).

I progetti di Advanced Air Mobility  (AAM), con droni più grandi in grado di effettuare trasporti di beni e persone, sono 314 (il 28% del totale): l’82% riguarda il trasporto di merci con droni e il restante 18% il trasporto di persone. Si tratta di un settore che sta attirando grandi investimenti, ma che non ha ancora iniziato a generare profitti per le imprese interessate.

Taxi volanti in Italia: obiettivo 2030

Nel 2022 si è tenuto il primo test di volo di eVtol, una sorta di taxi volanti, droni elettrici caratterizzati da decollo e atterraggio verticale per trasporto persone presso l’Aeroporto di Roma Fiumicino. L’obiettivo è realizzare le prime dimostrazioni nel 2024, a Roma, in occasione del Giubileo e di rendere operativo il servizio nel 2030 con la possibilità di trasportare passeggeri in 20 minuti dall’aeroporto al centro cittadino. Il test ha rappresentato anche l’inaugurazione del primo vertiporto italiano, uno dei sei attualmente attivi a livello mondiale, mentre altri 25 sono in fase di prototipazione e circa 40 in studio di fattibilità. In Italia, oltre a Roma, stanno lavorando a queste infrastrutture anche Milano e Venezia. “Dopo alcuni anni di stallo, nel 2022 si iniziano a raccogliere i frutti delle molte attività, di imprese e istituzioni, per sviluppare il settore”, sottolinea Cristina Rossi Lamastra, responsabile scientifica dell’Osservatorio droni e mobilità aerea avanzata. “Si stanno sviluppando ecosistemi di competenze che raggruppano attori della domanda, dell’offerta e istituzioni per tradurre le attuali sperimentazioni in servizi operativi. È il caso della creazione del primo spazioporto nazionale presso l’aeroporto di Taranto-Grottaglie, che ha l’obiettivo di sviluppare progetti di Advanced Air Mobility e legati all’attività spaziale”.

Le aspettative delle imprese nel mercato droni

Delle 706 imprese attive nel mercato italiano nel 2022, l’81% è un operatore, l’8% un produttore di piattaforma, mentre il restante 11% si ripartisce tra distributori, produttori di software, integratori e produttori di payload . Nell’ultimo anno è notevolmente aumentata la consapevolezza verso i benefici che la tecnologia può offrire: solo il 14% delle imprese ha difficoltà nel comunicare i benefici della tecnologia nel rapporto con i clienti, nel 2019 era il 28%. Allo stesso modo, il 35% sostiene che i clienti abbiano scarsa conoscenza delle possibili applicazioni, contro la metà delle aziende di due anni. Inoltre, il 78% degli attori del settore reputa il mercato in forte crescita entro i prossimi tre anni. E per il 60% il mercato dell’Advanced Air Mobility avrà uno sviluppo dirompente entro i prossimi cinque anni. “Il 2022 è stato un anno cruciale per il mercato professionale dei droni”, dichiara Marco Lovera, responsabile scientifico dell’Osservatorio droni e mobilità aerea avanzata. “Se da un lato il valore del mercato operativo non è ancora esploso e il mercato dell’Advanced Air Mobility non ha ancora iniziato a generare ricavi per le imprese, diversi Paesi europei e l’Unione europea stessa hanno iniziato a delineare strategie e roadmap  per l’introduzione di servizi con droni: sono cresciute le sperimentazioni, sono nati ecosistemi in grado di mettere a fattor comune le competenze dei singoli attori e le imprese hanno iniziato a comprendere in modo più chiaro i benefici che questa tecnologia può portare alle loro attività”.