Tax credit, cinema italiano sotto esame: fondi revocati e raffica di ispezioni

Il Ministero della Cultura passa al setaccio le produzioni: bloccati 88 milioni di euro tra crediti revocati e richieste respinte

Tax credit, cinema italiano sotto esame: fondi revocati e raffica di ispezioniIl sottosegretario del Ministero della Cultura, Lucia BorgonzoniPhoto by Ernesto S. Ruscio/Getty Images

Il Tax credit per il cinema è finito al centro di una vasta operazione di verifica avviata dal Ministero della Cultura (Mic), in collaborazione con la Guardia di Finanza. I controlli hanno portato alla revoca di 66 milioni di euro di crediti d’imposta già concessi e al rigetto di ulteriori richieste per 22 milioni di euro, per un totale di 88 milioni bloccati. È quanto riportato in una nota ufficiale firmata dall’ormai ex direttore generale Nicola Borrelli e diffusa dal sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni.

Le attività ispettive si sono intensificate dopo il caso Francis Kaufmann, il regista arrestato per duplice omicidio a Roma, che aveva ottenuto 800 mila euro di tax credit per un film mai realizzato. La vicenda ha innescato un’ondata di verifiche retroattive che hanno coinvolto 122 opere e 185 accertamenti, per un totale di 347 milioni di euro passati al setaccio.

Cos’è il Tax credit per il cinema

Il Tax credit è un incentivo fiscale pensato per sostenere la filiera cinematografica e audiovisiva. Consente alle imprese di recuperare una parte significativa dei costi sostenuti sotto forma di credito d’imposta, utilizzabile per compensare eventuali debiti fiscali.

Secondo studi indipendenti, ogni euro investito tramite il tax credit genera tre punti di Pil. Inoltre, il credito può essere ceduto alle banche, che lo acquistano pro soluto garantendo liquidità immediata per i produttori.

Nuove regole e sistema rafforzato di controlli

Con l’ultimo decreto del 26 giugno, il governo ha introdotto nuovi requisiti di accesso al beneficio: anche il Tax credit internazionale è ora soggetto all’obbligo di consegna della copia completa dell’opera realizzata, un passaggio già previsto per le produzioni italiane.

Il Ministero ha inoltre siglato un protocollo operativo con la Guardia di Finanza per trasformare le segnalazioni informali in azioni strutturate e documentate. Come riporta La Stampa, il sottosegretario Borgonzoni ha spiegato che il nuovo approccio punta a garantire un utilizzo “equo, efficiente e conforme” dei fondi pubblici.

Intanto, il Ministero annuncia nuove assunzioni per potenziare i controlli e un rafforzamento strutturale dell’intero meccanismo, con l’obiettivo di ripristinare la trasparenza e la fiducia nel comparto cinematografico italiano.

Secondo quanto riferito da Borgonzoni, nelle ultime settimane sono stati compiuti 185 accertamenti per 347 milioni, 122 opere segnalate alla Gdf per il tax credit. “Se prima del 2021 si procedeva con segnalazioni informali da parte della direzione Generale Cinema e Audiovisivo per le opere su cui si nutrivano dei sospetti, ora ci si muove in virtù di un protocollo siglato con la Guardia di Finanza”, ha affermato il sottosegretario del Mic. “Tutto è segnalato, la dove si sospettano criticità. A destare dubbi, per esempio, sono stati 120 mila euro spesi per un minuto di animazione (sopra la media del settore) ma anche cessioni sospette con costi che ritornano in più voci, e prezzi eccessivi dei servizi”.

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