Che cosa si nasconde dietro la Tassa di concessione governativa

La Tcg è una tassa che viene corrisposta allo Stato italiano per poter beneficiare di determinati provvedimenti amministrativi e altri atti. La più odiata? Quella sugli abbonamenti mobile

La tassa di concessione governativa , nota anche con l’acronimo Tcg, è una tassa che viene corrisposta allo Stato italiano per poter beneficiare di determinati provvedimenti amministrativi e altri atti, come ad esempio autorizzazioni, concessioni, licenze. La più nota e odiata è quella che grava su chi è titolare di un abbonamento di telefonia mobile. La tassa è richiesta dallo Stato per l’uso in licenza delle frequenze telefoniche. Sono esenti dalla tassa anche le persone alle quali è stata riconosciuta l’invalidità civile, le persone cieche assolute, sorde o sordomute.L’importo è pari a 5,16 euro al mese per i privati e a 12,91 euro mensili per le aziende e i titolari di partita IVA (che ne possono dedurre l’80%).

Ma anche il canone Rai è una tassa di concessione governativa, per il possesso di apparecchi radiotelevisivi. Grazie all’inserimento nella bolletta elettrica, il costo è calato a 80 euro all’anno.

Tassa concessione governativa: tutto quello che devi sapere

La tassa di concessione governativa è disciplinata dal DPR 26 ottobre 1972, n. 641 denominato appunto “Disciplina delle tasse sulle concessioni governative”. Consiste nel pagamento ad una pubblica amministrazione in cambio di un servizio reso: ogni anno frutta oltre 90 miliardi alle casse dello Stato. Tra gli altri esempi di applicazione ci sono costi di inizio attività commerciale e vidimazione dei libri sociali.

I casi di applicazione

Sono tenuti a pagare la tassa di concessione governativa tutti i soggetti privati, che siano singole persone o aziende, per atti, licenze, iscrizioni ad albi e qualsiasi altro caso preveda la legge. Il DPR 26 ottobre 1972, n. 641 prevede l’applicazione sui seguenti atti amministravi distinti per differenti tipologie:

  • Armi, esplosivi, gas tossici;

  • Porto di pistole, rivoltelle o pistole automatiche, armi lunghe da fuoco e bastone animato;

  • Porto di fucile anche per uso di caccia;

  • Altre autorizzazioni di polizia;

  • Esercizio di case da gioco;

  • Attività relative a metalli preziosi;

  • Commercio, industria ed agricoltura;

  • Licenza per pesca professionale marittima;

  • Professioni, arti e mestieri:Iscrizione mediatori di commercio, industria, artigianato, agricoltura;

  • Iscrizione all’albo costruttori, elenchi imprese di gestione servizi in appalto all’amministrazione ferroviaria e raccolta rifiuti urbani;

  • Iscrizioni elenchi spedizionieri;

  • Iscrizione, reiscrizione e conferma albo esportatori ortofrutticoli;

  • Iscrizione albo agenti di assicurazione;

  • Iscrizione albo mediatori di assicurazione;

  • Iscrizione ruolo dei periti assicurativi;

  • Iscrizione registro concessionari servizio riscossione tributi;

  • Iscrizione albo dei collettori;

  • Radio, cinema e stampa;

  • Libretto di iscrizione alle radiodiffusioni detenzione apparecchi per la ricezione di radioaudizioni o diffusioni televisive;

  • Diffusioni televisive e radiofoniche via etere in ambito locale;

  • Diffusioni televisive e radiofoniche via etere in ambito nazionale;

  • Diffusioni televisive via cavo;

  • Trasmissione programmi televisivi;

  • Ripetitori per programmi televisivi;

  • Apparecchiature terminali per servizio radiomobile pubblico terrestre di comunicazione;

  • Iscrizione giornali e periodici nel registro della cancelleria del tribunale;

  • Altri atti: autorizzazioni, concessioni, licenze, iscrizioni non considerate nelle tariffe precedenti, per l’esercizio di attività industriali o commerciali e di professioni, arti e mestieri.

Telefonia mobile

La tassa di concessione governativa nella telefonia mobile è stata introdotta nel 1995, all’inizio dell’era dei cellulari. Della sua legittimità si è a lungo discusso e la sentenza n. 9560 del 2 maggio 2014 della Corte di Cassazione ha definitivamente legittimato la sua presenza. La pronuncia della Corte di Cassazione ha chiarito anche la posizione degli enti locali, anch’essi tenuti a versare la tassa allo Stato a differenza di altri ambiti di applicazione.

Spesso gli operatori di telefonia mobile includono questo costo già nell’importo mensile dell’abbonamento proposto ai propri clienti. In altri casi, sono gli stessi operatori a farsi carico del pagamento, offrendo promozioni e tariffe che di fatto rimborsano al cliente il costo della TCG. Per quanto riguarda la telefonia mobile, quindi, la TCG è diretta alle società telefoniche, affinché le stesse paghino per l’utilizzo delle frequenze, tuttavia il Governo successivamente stabilì che detta tassa dovesse essere pagata dai titolari di un contratto di abbonamento. Ma allora il cellulare era allora considerato un bene di lusso, non un’estensione delle nostre capacità.

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