La crisi ha “congelato” gli stipendi. I più svantaggiati gli under ‘35

Nel decennio 2007-2017 un lavoratore di età compresa fra i 15 e i 34 anni ha guadagnato oltre 4mila euro in meno all’anno rispetto al salario medio

Gli italiani stanno diventando sempre più poveri? Secondo il rapporto “+ Salari – Disuguaglianze”, realizzato da Fisac Cgil e Isrf Lab, sì. Infatti, nel periodo considerato, il decennio 2007-2017, gli stipendi si sono fermati al recupero dell’inflazione o poco più nella maggior parte dei settori. L’unica eccezione è rappresentata dai top manager. Per il resto, nonostante i rinnovi dei contratti e la contrattazione di secondo livello, i salari sono rimasti quasi invariati. I più tartassati sono i giovani: gli under 35, infatti, hanno guadagnato il 21% in meno rispetto alla media. Nel decennio oggetto dello studio, un lavoratore di età compresa fra i 15 e i 34 anni ha guadagnato oltre 4mila euro in meno all’anno rispetto al salario medio. Complessivamente le sue entrate sono state inferiori di 40mila euro rispetto a quelle dei “colleghi” più grandi.

Gli stipendi sono poco equi

Tuttavia, non è solo una questione di età. Le differenze sono anche di tipo geografico. I lavoratori delle regioni settentrionali, infatti, hanno guadagnato il 14% in meno di quelli settentrionali. Ma non finisce qui. Gli stipendi delle donne sono stati inferiori del 20% rispetto a quelli degli uomini; i precari hanno avuto una busta paga più bassa del 23% rispetto a quella media; gli stranieri Ue hanno intascato il 18% in meno della media e i lavoratori extra Ue il 23% in meno. Le problematiche principali? Da un lato il cuneo fiscale molto elevato, dall’altro la mancata redistribuzione della produttività. Il risultato è che in dieci anni il commercio è passato da una retribuzione media annua di 24.772 euro a una di 25.914, la metallurgia da 25.818 a 28.611, i chimici da oltre 25mila a 30mila, le assicurazioni da 32.463 a 31.457, il credito da 39.285 a 39.004.

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