Stipendi al minimo storico: mai così male dal 1982

Le retribuzioni orarie sono rimaste ferme rispetto a giugno: la crescita annua è la più bassa da 30 anni. Si attendono i rinnovi contrattuali

La crescita degli stipendi è al minimo storico. Semplici e pesantissimi i dati Istat sul mese di luglio dopo i timidi segnali di speranza arrivati a giugno: le retribuzioni sono rimaste ferme, anche se comunque in aumenti dell’1,1% dello stesso periodo del 2013.

Si tratta dell’aumento più basso degli ultimi trent’anni, addirittura il minimo dal 1982. Gli unici movimenti arrivano dal settore privato (+1,4%), mentre nel pubblico gli emolumenti restano congelati e il governo starebbe pensando di prorogare il blocco di altri due anni per la spending review.

Nel complesso, da gennaio la retribuzione oraria media è cresciuta dell’1,3% rispetto ai primi sette mesi del 2013.

Alla fine di luglio la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 59% nel totale dell’economia e del 47% nel settore privato. Cresce esponenzialmente il periodi di attesa di rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto, che è in media di 31 mesi per l’insieme dei dipendenti (era 25,8 a luglio 2013) e di 16,1 mesi per quelli del settore privato.

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