Spending review, il governo valuta i tagli anti-recessione

Senza un limite alla spesa pubblica sarà inevitabile un aumento dell’Iva a ottobre con un conseguente effetto recessivo sui consumi e la produzione

Nel breve termine servono quattro miliardi, necessari per evitare un nuovo aumento dell’Iva che – se utile per fare cassa e quindi avvicinare l’obiettivo del pareggio di bilancio – avrebbero un effetto recessivo su consumi, già in calo, e di conseguenza sulla produzione. Con questa premessa è iniziata l’ultima riunione del Consiglio dei ministri di aprile, nella quale verrà presa in esame anche la revisione della spesa pubblica – ormai conosciuta come ‘spending review‘.A rendere conto dell’attuale situazione sarà il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, che ormai da mesi ha avviato un’indagine sui capitoli di spesa dello Stato (leggi). A riforma in atto – ma il governo qui non si sbilancia con le cifre – il risparmio dovrebbe comportare un risparmio tra i 5 e i 10 miliardi; ma si tratta di una cifra vaga e che comunque arriverebbe in più fasi. L’ipotesi sarebbe quella di un decreto prima dell’estate per garantire i 4 miliardi di aumento Iva; poi una seconda parte della revisione sarebbe affidata alla Legge di Stabilità a ottobre. Se ne occuperebbe in ogni caso una apposita task force guidata dallo stesso Giarda. Il problema, però, resta decidere su chi, come e quanto tagliare. I ministeri saranno certamente interessati dalla revisione, ma è anche vero che rappresentano solo il 5% della spesa pubblica per il personale. Per ottenere risparmi apprezzabili bisognerebbe intervenire su settori chiave, ma già ampiamente colpiti: scuola, salute, enti locali e forze dell’ordine.

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