Referendum: il “no” spinge Salini Impregilo fuori dall’Italia

In un’intervista al Financial Times, l’amministratore delegato del gruppo Pietro Salini non esclude di abbandonare il nostro Paese in caso di “un nuovo governo sufficientemente stabile”

La vittoria del “no” al referendum costituzionale potrebbe spingere la Salini Impregilo fuori dall’Italia. Ad affermarlo, indirettamente, è l’amministratore delegato del gruppo Pietro Salini in un’intervista al Financial Times. Secondo il manager, alla guida di un colosso delle infrastrutture mondiale, capofila nella recente realizzazione del nuovo Canale di Panama e pronto ad affrontare la sfida del Ponte sullo Stretto di Messina, una vittoria del no al referendum del prossimo 4 dicembre potrebbe spingere l’azienda fuori dall’Italia. “Siamo orgogliosi di portare la bandiera italiana nel mondo”, ha affermato Salini, ma “se la situazione politica evolvesse nella direzione sbagliata”, allora, “la situazione sarebbe da valutare seriamente”. Quanto al concetto di “direzione sbagliata”, il manager ha spiegato che si riferisce a un Paese “nell’impossibilità di avere un governo, di tenere elezioni, senza avere la possibilità di avere un nuovo governo sufficientemente affidabile”. Uno scenario probabile in caso di mancata riforma costituzionale.

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