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Reddito di inclusione, come funziona e a chi andrà

Circa 400 mila famiglie in difficoltà potranno avere 480 euro al mese: una goccia nel mare di fronte a 1,5 milioni di famiglie in povertà assoluta

Saranno 400 mila le famiglie povere che potranno ricevere il reddito di inclusione. Si tratta di un assegno – o più probabilmente una carta prepagata – da 480 euro che accompagnerà misure di accompagnamento capaci di promuovere il reinserimento nella società e nel mondo del lavoro di coloro che ne sono esclusi. La seconda approvazione è arrivata dal Senato, ora mancano solo i decreti attuativi su reddito di inclusione, riordino delle prestazioni di natura assistenziale e rafforzamento degli interventi dei servizi sociali

Per avere il reddito di inclusione, non sarà necessario essere cittadini italiani, ma residenti da almeno cinque anni sul territorio nazionale. La legge prevede un graduale incremento sia della somma sia della platea dei destinatari, da individuare in via prioritaria tra i nuclei familiari con figli minori o con disabilità grave, donne in stato di gravidanza, disoccupati di età superiore a 55 anni.

Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, ha definito la misura un «passo storico», un sostegno universale che tiene conto dell’effettiva condizione di bisogno economico dei singoli e non della loro appartenenza a determinate categorie (anziani, disoccupati, genitori soli, eccetera): «Sarà il pilastro fondamentale del piano nazionale per la lotta alla povertà, colmando un vuoto annoso nel sistema italiano di protezione che ci vedeva unici in Europa, assieme alla Grecia, a non avere una misura strutturale di questo tipo», aggiunge Poletti.

MINORI E POVERTA’. Certo, con una dotazione iniziale di 1,6 miliardi si potrà fare ben poco di fronte all’emergenza povertà. Sono, infatti, 1 milione e 582 mila famiglie residenti in Italia (circa il 6% del totale) sono stimate in condizione di povertà assoluta attraverso l’indagine sulle spese per consumi: si tratta di 4 milioni e 598 mila individui, il 7,6% dell’intera popolazione. Sono cioè persone che spendono meno di quello che – secondo la statistica – è necessario per vivere con sufficiente agio. Ovviamente il tema dei minori che soffrono è centrale: «nonostante l’assegno per il nucleo familiare – concesso dai Comuni alle famiglie con tre o più figli minori – venga erogato a oltre 234 mila beneficiari, il 18,3% delle famiglie di questa tipologia (143 mila) continua ad essere in povertà assoluta, per un totale di quasi 183 mila minori», ha ricordato l’Istat.