Profondo rosso per Carrefour che accantona gli ipermercati

La crisi ha influito sul passivo da 249 milioni, ma anche il management si è preso le sue responsabilità e ora pensa al rilancio puntando soprattutto sui negozi in città di piccole dimensioni

Basta ipermercati, troppo grandi e soprattutto lontani dai centri abitati: il rilancio di Carrefour passerà attraverso la valorizzazione dei negozi di città, di piccole dimensioni e soprattutto vicino ai clienti. Sono le nuove linee guide del management del colosso francese della distribuzione che, dopo un buon 2010 chiuso con un utile di 97 milioni, tra gennaio e giugno 2011 ha registrato perdite per 249 milioni. I dati, presentati nella semestrale di Carrefour, parlano di un crollo del risultato operativo corrente (-22%) e oneri eccezionali subiti per 884 milioni di euro, dovuti a una svalutazione degli asset italiani per 516 milioni e a “imposte di sfruttamento” per 244 milioni. La crisi dei mercati, soprattutto in Italia e Grecia e l’aumento dei prezzi da parte dei fornitori, hanno sicuramente influito sui risultati del gruppo, ma anche in Francia (dove si concentra il 44% del business) le scelte strategiche sbagliate del management hanno inciso negativamente sul bilancio. Ora, però, il gruppo guidato da Lars Olofsson punta a riorganizzare i punti vendita che, oltre a essere più piccoli, dovranno caratterizzarsi da prezzi competitivi e con una gamma più ampia di prodotti a marchio Carrefour.

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