Confindustria: le pmi del Sud tornano a crescere e investire

Gli investimenti delle imprese meridionali toccano punte dell’8,5%, superando la media nazionale, ferma al 7,8%

Buone notizie dal mondo dell’industria. Dopo anni difficili, infatti, le aziende del sud Italia tornano a investire. Lo dicono i numeri della 4° edizione del Rapporto Pmi Mezzogiorno, a cura di Confindustria e Cerved, con la collaborazione di Srm (Studi e ricerche per il mezzogiorno). Alla fase di forte contrazione dovuta alla crisi, sta seguendo ora un periodo d’oro: tra il 2015 e il 2016 gli investimenti materiali lordi delle piccole medie imprese (Pmi) meridionali sono tornati ad aumentare, toccando anche punte dell’8,5%, superando dunque la media nazionale, ferma al 7,8%. E se si guardano le imprese industriali, le notizie sono ancora più incoraggianti: in questo caso, infatti, gli investimenti superano il 10% delle immobilizzazioni in Campania, Puglia e Sicilia. Oltretutto, questo settore mostra ancora ampi margini di crescita. Le circa 7 mila imprese con fondamentali più solidi, infatti, potrebbero tranquillamente aumentare il proprio indebitamento, pur senza correre rischi. “Le Pmi meridionali tornano ad investire, e potrebbero farlo in maniera più consistente grazie ad una crescente solidità finanziaria e patrimoniale” si legge nel rapporto.

Pmi meridionali: le altre buone notizie

Ma i segnali di ripresa non finiscono qui. Se fra il 2007 e il 2014 il sistema di Pmi meridionali aveva subito una marcata flessione, passando da 29mila a meno di 25mila imprese, pari a -14%, ora la situazione sta decisamente migliorando. Il 2016, infatti, ha fatto segnare un +4,1%, addirittura superiore alla media nazionale, che è +3,6%. Non aumentano solo le società, ma anche il fatturato, che all’ultima rivelazione è a +2,7%, più della media italiana: è ormai tornato ai livelli pre-crisi. Bene anche il valore aggiunto: +4% tra 2015 e 2016. Tendenze incoraggianti, poi, sul fronte delle cessazioni: il numero di Pmi uscite dal mercato è tornato su livelli normali, con netti cali di fallimenti (-25% tra 2016 e 2017), di procedure concorsuali (-18%) e di chiusure. Infine, la natalità, con 35 mila nuove imprese, tocca un nuovo record.

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