Piano per il Sud da 100 miliardi, col contagocce

Per evitare che i nuovi fondi vengano distribuiti “a pioggia” e che vengano “male utilizzati o dispersi”, il governo gestirà direttamente il controllo del denaro. Malumore tra i ministri che non potranno gestire autonomamente le risorse…

Pronti 100 miliardi di euro per finanziare lo sviluppo del Sud, ma questa volta i soldi verranno gestiti direttamente dal governo centrale e non più dalle Regioni. E’ questa la principale novità del piano per il Sud, presentato dal governo Berlusconi e che dovrebbe vedere la luce per inizio 2011. L’intenzione è quella di evitare un nuovo ‘carrozzone’ pubblico e la concessione di credito facile, magari condizionato dalla politica locale o nazionale, ma di concentrare gli sforzi su alcune priorità quali infrastrutture, ricerca, sicurezza e sostegno alle imprese. “Il governo sta facendo tutto il possibile per tenere unito il Paese ha sottolineato il premier Berlusconi – Le risorse non mancano, ma spesso c’è un’incapacità delle amministrazioni del Mezzogiorno nell’utilizzarle”. Secondo i dati presentati dal presidente del Consiglio solo il 38% dei fondi a disposizione è stato utilizzato.

L’orgoglio di Tremonti e il malumore dei ministriIl ministro dell’Economia, Giulio Tremonti si è detto “orgoglioso” di questo nuovo piano che prevede una “concentrazione di tutte le risorse” affinché gli interventi “non possono essere più dispersi”. Il nuovo progetto, però, ha visto qualche momento di tensione in consiglio dei ministri. Alcuni membri del consiglio, tra i quali Altero Matteoli, Stefania Prestigiacomo e Giancarlo Galan, avrebbero chiesto “qualche spiegazione” sulla realizzazione del Piano e la gestione dei fondi. Gestione che infatti sarebbe risultata in capo solo ai ministri Tremonti e Raffaele Fitto (ministro per gli Affari regionali). Alla fine però la soluzione, una sorta di compromesso, sarebbe stata quella di prevedere una consultazione dei ministri competenti da parte del titolare degli Affari regionali prima di prendere le singole decisioni. Nel nuovo piano per il Sud vengono fissate alcune priorità infrastrutturali, ma cambia pure la filosofia degli aiuti alle imprese: stop agli “aiuti a pioggia” ha detto Tremonti per passare a sostegni legati al credito di imposta.

La Banca del MezzogiornoPer martedì 30 novembre le Poste Italiane, per conto di Iccrea (la holding delle Bcc) e delle popolari, formalizzeranno a Unicredit l’offerta per il Mediocredito Centrale, l’istituto che dovrà essere il veicolo della nuova banca la quale potrà disporre di una tassazione favorevole sui risparmi destinati al Sud. La ‘Banca del Mezzogiorno’ opererà così come creditore di garanzia in collegamento con la Bei (Banca europea per gli investimenti) appoggiandosi alla rete degli sportelli delle Bcc (Credito Cooperativo) e delle Poste, diffusi su tutto il territorio meridionale e che contano rispettivamente 600 filiali e 6000 uffici postali. Tremonti ha spiegato che l’istituto “avrà una fiscalità di vantaggio sul risparmio: i capitali, ovunque raccolti, se servono per il Mezzogiorno avranno mezza aliquota” sulla quale calcolare la tassazione. Entro l’anno, secondo quanto avevano annunciato le Poste qualche giorno fa, il progetto sarà presentato alla Banca d’Italia per l’autorizzazione in modo da poter avviare le prime attività all’inizio del 2011.

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