Partite Iva, maglia nera al Centro-Sud

Flessione a due cifre in Lazio, Emiglia Romagna, Campania, Puglia e Sicilia, dove le aperture di nuove imprese o attività professionali cala di oltre il 10%. A crescere sono solo le società di capitali

Le imprese falliscono, le Partite Iva registrate scendono in numero: è l’effetto della crisi economica, come documentano i dati Istat. A gennaio 2014, il numero delle aperture delle partite Iva è calato del -9% rispetto allo stesso periodo 2013. Particolarmente in sofferenza le aree quali Lazio, Emilia Romagna, Campania, Puglia e Sicilia dove la flessione sarebbe superiore al -10%. Nel complesso, a oggi, all’interno del ceto medio i possessori di Partita Iva ammontano a 5,5 milioni di persone: si va dai dentisti ai commercianti, dai consulenti ai facchini. Un magma indistinto che è però destinato a scendere. In particolare, sono soprattutto le persone fisiche ad aprire una posizione Iva: rappresentano il 78,4% del totale, per un calo del -9,7% rispetto a gennaio 2013. Tra queste, la maggioranza sono uomini (62,7%), mentre le donne sono in netta minoranza (37,3%). Seguono poi le società di persone, a quota 6,1% (per un calo del -20%), e le società di capitali (15%), le uniche a essere in crescita, per numero di presenze, rispetto a gennaio 2013 (+2,5%). Due i settori più rappresentati: il commercio (oltre il 21% del totale) e le attività professionali (20%). Quanto alla ripartizione territoriale, la maggioranza di aperture è registrata al Nord (46%). Seguono Sud e Isole (31,6%), infine il Centro (22,4%).

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