Ocse: “L’Italia pecca di competitività”. Governo chiede patto per la produttività

Il giudizio dell’organizzazione internazionale: “Priorità la riduzione del costo unitario del lavoro”. Concluso il primo incontro “costruttivo” con le Parti sociali, ora l’esecutivo apre al confronto con i sindacati

“Ci sono alcuni Paesi, tra cui l’Italia, che stanno conoscendo degli aggiustamenti e non hanno fatto ancora abbastanza per ristabilire la competitività”. All’indomani del primo vertice dopo la pausa estiva tra governo tra governo e Parti sociali arriva il giudizio dell’Ocse sul nostro Paese. L’Organizzazione internazionale per la cooperazione e lo sviluppo economico, attraverso il capo economista, Pier Carlo Padoan, indica come priorità per l’Italia la grana del “costo unitario del lavoro”.Innanzi tutto, secondo Padoan, va aumentata la produttività, uno dei problemi strutturali per l’Italia; inoltre “le dinamiche salariali” dovrebbero essere “più collegate alla produttività” delle differenti imprese, fattore di cui, “i meccanismi di contrattazione dovrebbero tenere conto”. Per il capo economista Ocse rimane aperta la questione del “cuneo fiscale, che resta tra i più elevati in Europa”; andrebbe ridotto ma solo “quando c’è certezza che i tagli alle tasse siano finanziati da tagli alle spese”.

VERTICE GOVERNO PARTI SOCIALI. Per la Commissione europea la produttività è un tema cruciale per ridurre gli squilibri interni alla zona euro; il presidente del Consiglio, Mario Monti, lo ha fatto presente anche nell’incontro tra governo e Parti sociali. Nell’incontro di mercoledì 5 settembre il governo ha offerto un patto per la produttività alla Parti sociali, trovando subito una porta aperta da parte di imprese, banche e industriali. L’esecutivo, si spiega in una nota di Palazzo Chigi, “intende sollecitare le Parti sociali a impegnarsi su un dialogo che porti a tempi brevi su proposte condivise in grado di migliorare l’attuale livello della produttività del lavoro in Italia, dopo molti anni di declino, al fine di innalzare la competitività e l’attrattività dell’investimento in Italia”. L’incontro “costruttivo” ha raffreddato, ma non eliminato, le preoccupazioni del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che, dopo le critiche della vigilia, ha corretto il tiro affermando: “Mi auguro che l’autunno si ameno bollente”, del previsto. “C’è stata una risposta puntuale del governo”, ha aggiunto sottolineando la “disponibilità” percepita a dare un “seguito concreto alle richieste”, senza però “quantificazione né formalizzazioni”.Soddisfazione anche da parte del presidente Abi, Giuseppe Mussari: “Il governo ha ribadito la volontà di non aumentare l’Iva e reperire le risorse attraverso i tagli di spesa. È arrivato apprezzamento per il documento che avevamo presentato a fine luglio”, ha aggiunto il rappresentante delle banche italiane. Se da una parte il governo si è impegnato a “recepire la direttiva Ue sui tempi di pagamento della pubblica amministrazione e ad approvare entro fine anno la delega fiscale” le Parti sociali hanno ribadito “l’impegno delle imprese per il recupero della competitività”, ha sottolineato Mussari. Ora bisogna attendere la posizione dei sindacati, il cui confronto con il governo avverrà la prossima settimana.

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