Orologi da polso, un mercato da oltre 2 miliardi

Per la prima volta Assorologi e Gfk forniscono una fotografia del settore in Italia, con dati relativi al 2019. Migliora il canale tradizionale

Oltre 2 miliardi di euro, per la precisione 2,09, questa è la stima relativamente al mercato italiano degli orologi da polso resa nota da Assorologi in collaborazione con GfK Italia. È la prima volta che Assorologi e GfK stimano un valore complessivo del “mercato Italia” in grado di coordinare le informazioni provenienti dai differenti strumenti di indagine che si occupano di orologi da polso nel nostro Paese. «Siamo convinti di avere prodotto un parametro serio, capace di dare un ordine di grandezza sul vero valore del nostro lavoro – commenta il presidente di Assorologi Mario Peserico».

Entrando nel merito delle due rilevazioni (Retail e Consumer) realizzate da GfK, l’indagine Consumer Orologi 2019 (condotta sul solo consumatore italiano indipendentemente dal canale d’acquisto) evidenzia un mercato che vale 1,33 miliardi di euro (-2,9%) pari a 6,5 milioni di pezzi venduti (+1,4%), mentre l’indagine sulle orologerie tradizionali (nelle quali effettuano acquisti consumatori italiani e stranieri) evidenzia un calo sia a valore (-1,7%) che a quantità (-0,8%). Il prezzo medio degli orologi è in calo su entrambe le rilevazioni: da 245 a 242 euro per gli orologi venduti dal canale gioielleria e da 212 a 203 euro se si considerano solo i consumatori italiani su tutti i canali. Restando alla indagine Consumer 2019 dedicata al consumatore italiano, va evidenziato il dato sui canali di acquisto che manifesta una prima interessante inversione di tendenza rispetto alla progressiva contrazione del canale Gioiellerie e orologerie (tradizionali o ubicate all’interno di un centro commerciale). Infatti, dopo anni di lenta erosione, si rileva che nel 2019 da questo canale è transitato il 47% delle vendite a quantità (era il 44,5% lo scorso anno) ed il 52% a valore (era il 48%). Prosegue invece come ampiamente previsto l’ascesa del canale Internet (siti ufficiali, aste e commercio elettronico): a volume questo canale movimenta oramai più di un terzo dell’intero mercato (31,7: era il 29,4% lo scorso anno) e si stabilizza a valore con un 21,2% in linea con il dato rilevato lo scorso anno.

«I dati che emergono sono certamente interessanti e mostrano un mercato italiano dell’orologeria tutto sommato stabile nei grandi numeri pur con qualche segnale di debolezza», precisa Peserico. «Purtroppo, le contingenze emergenziali determinate dalla pandemia che sta interessando tutto il mondo (e l’Italia in particolare) fa passare tutto in secondo piano. Confido che la grande depressione del 2020 possa costituire la premessa per una significativa ripresa nei mesi a venire»

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