La ripresa che non c’è: a crescere è solo il comparto auto

È l’industria automobilistica che, da sola, ha portato al +1,1% la produzione di luglio 2015; per un vero sviluppo si attende la Legge di stabilità

Chi ha parlato di ripresa ha gioito troppo presto. Il +1,1% nella produzione industriale di luglio, che sembrava potesse segnalare un primo passo verso il superamento della crisi, è un dato che è stato in realtà faldato dall’ottima prestazione – probabilmente non ripetibile – del settore dell’auto, che quest’estate ha aumentato il suo fatturato di oltre il 20% rispetto allo stesso periodo del 2015, “spingendo” così al rialzo i dati medi della produzione industriale complessiva.

IMMATRICOLAZIONI IN AUMENTO. L’osservazione arriva da Unimpresa, che sottolinea come senza l’aumento vissuto dal settore automobilistico i livelli della produzione industriale sarebbero rimasti decisamente più bassi; anche l’incremento delle immatricolazioni arriva, comunque, dopo un lungo periodo di stop che ha afflitto i mesi precedenti a luglio 2015. A giovare ai numeri dell’industria italiana sarebbe quindi il lavoro di Marchionne in Fiat, che ha riportato una parte importante della produzione di auto in Italia, con una strategia che raggiungerà il suo pieno sviluppo nel 2018.

I NUMERI. Non mancano, comunque, buoni risultati anche estranei al +20,1% del comparto auto. Numeri positivi, infatti, si segnalano dal settore della fornitura di energia (+12%) e dai prodotti petroliferi (+11,7%). A soffrire di più sono, invece, le industrie impegnate nelle attività estrattive (-5%) e nella metallurgia (-2,4%).

FATTORI. Il dato positivo dell’estate 2015 c’è e non si dimentica, dunque, ma non sembra ancora il momento di cantare vittoria. Sono numerosi, infatti, i fattori che hanno determinato i buoni numeri vantati dal Governo Renzi: non ultima, la difficile situazione vissuta dalle aziende negli anni precedenti, che fa risaltare in maniera particolarmente positiva la crescita di questi mesi. A questo di aggiungono fattori esogeni rispetto all’economia italiana, quali il calo del prezzo del petrolio, la svalutazione dell’euro rispetto al dollari e il basso costo del denaro voluto da Draghi, elementi che hanno aiutato l’impresa europea e favorito l’esportazione.

LEGGE DI STABILITÀ. Una combinazione di fattori positivi, questa, che difficilmente potrà ripresentarsi. Come far sì che il momento di crescita resista nel tempo? Il presidente di Unimpresa Paolo Longobardi guarda alla prossima legge di stabilità, dove auspica siano state previste misure per ridurre il carico fiscale, insieme ad una serie di interventi che diano il via a quei progetti infrastrutturali già promessi dal Governo Renzi. Progetti che, se messi davvero in atto, potrebbero contribuire a iniziare quella ripresa che per ora non c’è.

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