La Perla è salva: nuovi investimenti e assunzioni in vista

La Perla è salva: nuovi investimenti e assunzioni in vista© Shutterstock

L’economia italiana non sta affrontando il suo periodo migliore ma è salda, lo ha detto – non più tardi di qualche giorno fa – Moody’s. Ecco che, in questo quadro, un simbolo del Made in Italy è stato preservato dal fallimento. “La Perla è salva! Il simbolo del Made in Italy sarà rilanciato da un investitore che garantirà marchio, sito produttivo e tutti gli occupati”, ha detto Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy.

È attesa fra qualche giorno la presentazione del “soggetto industriale ai sindacati e alle istituzioni e stiamo definendo con il ministero del Lavoro la norma per la proroga della cassa integrazione in attesa che si compiano tutte le procedure per il trasferimento al nuovo soggetto, norma che sarà presente nel prossimo decreto-legge”.

I dettagli dell’accordo

Si tratta di un risultato raggiunto dal Governo Meloni, grazie al supporto di commissari, curatori e liquidatori che – secondo quanto riferito dal ministro Urso – che hanno individuato una soluzione industriale per una delle crisi più emblematiche del settore moda, tra le più complesse mai affrontate dal ministero, per la prima volta alle prese con più procedure in diversi Paesi, con una complessità legale che appariva inestricabile. Un grande successo frutto di un lavoro di squadra”.

La Perla è salva grazie alla proposta di un soggetto unitario che “ha manifestato il proprio interesse per il marchio, il sito produttivo e i lavoratori, presentando un progetto industriale concreto per il rilancio di questa storica realtà, icona della moda italiana”, ha aggiunto Adolfo Urso.

Il piano prevede l’assunzione dei 210 dipendenti coinvolti nelle procedure LPM e LPMG ITA e un aumento della forza lavoro con altre 40 assunzioni. Le parti coinvolte hanno intenzione di rilanciare la sede produttiva di Bologna che sarà riattivata progressivamente.

“In poche settimane altri casi dimostrano la forza del Made in Italy e la capacità di trasformare delle crisi in opportunità. Abbiamo risolto il caso Dema, Diageo e Beko – ha precisato il ministro – salvaguardando gli stabilimenti e gli occupati. Noi siamo il governo del fare, noi sappiamo quanto importante sia il lavoro”.

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