Jonathan Ive: da Steve Jobs a Sam Altman

Jonathan Ive: da Steve Jobs a Sam Altman© Getty Images

OpenAI sta comprando l’azienda di Jonathan Ive, detto anche Jony Ive, un designer che ha dato un apporto significativo alla crescita pionieristica di Apple, con i suoi prodotti di punta – iMac e iPhone – in prima linea. Insieme a Steve Jobs ha cambiato radicalmente la tecnologia e l’approccio delle persone a essa, ma il suo impegno nel settore non si è esaurito qui.

Da iPhone all’intelligenza artificiale: perché OpenAI corteggia Jony Eve

Jony Eve ha lasciato Apple nel 2019 per fondare, insieme ad altri, lo studio di design LoveFrom. Nel 2021 ha avuto inizio la sua collaborazione con OpenAI e nel 2024 è nata la startup io che si occupa di sviluppare dispositivi nativi di AI.

Adesso OpenAI ha intenzione di acquisire io per 6,5 miliardi di dollari, ma senza lasciarsi scappare l’apporto geniale del fondatore che “assumerà profonde responsabilità progettuali e creative all’interno di OpenAI”.

Gli esordi in Apple

L’ingresso di Jonathan Ive in Apple risale al 1992, dopo aver conseguito la laurea al Newcastle Polytechnic, oggi Northumbria University, nel Regno Unito. La sua carriera però è iniziata uno step prima, con l’apertura di uno studio di design, Tangerine.

La collaborazione con Steve Jobs ha reso necessario il trasferimento da Londra a Cupertino, in California. In poco tempo, partendo dal basso, è riuscito a diventare capo reparto nel 1996. Un periodo di stallo e di un basso fermento professionale lo ha portato a pensare di dimettersi. È successo quando il Ceo di Apple era Gil Amelio.

Il ritorno di Steve Jobs alla guida dell’azienda ha però cambiato le carte in tavola. Jony Ive non ha avuto più la sensazione che si pensasse esclusivamente al profitto, ma ha creduto di poter tornare a creare prodotti unici, all’avanguardia e di qualità. Fra Jobs e Ive si è instaurato un rapporto sincero e proficuo. Del designer veniva apprezzata la qualità di saper guardare il quadro d’insieme senza tralasciare i dettagli. Ecco perché è rimasto in Apple anche dopo la morte del fondatore. Ora la stessa visione sarà a servizio dell’intelligenza artificiale.

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