Non si prospetta un 2019 roseo per le famiglie italiane, perlomeno non dal punto di vista economico. Secondo le previsioni dell’Ufficio studi della Cgia (Associazione Artigiani e Piccole Imprese), infatti, nel corso del prossimo anno le famiglie italiane saranno costrette a pagare mediamente 242 euro in più di Iva. Nel dettaglio, l’incremento di imposta sarà pari a 284 euro per le famiglie del nord, 234 per quelle del centro e a 199 euro per quelle del sud. A meno che il prossimo esecutivo, che teoricamente dovrebbe essere costituito a breve, non riuscirà a fare un’inversione di rotta. Sulla carta, non è una possibilità così remota. Infatti, come ha affermato recentemente il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan “il rialzo può essere evitato e il gettito può essere sostituito da futuri interventi legislativi, per esempio con la legge di Bilancio per il 2019”.
Tuttavia, allo stato attuale delle cose, il rincaro è inevitabile. Se, infatti, l’Italia non riuscirà a recuperare 12,4 miliardi di euro entro fine anno, l’aliquota ordinaria passerà dal 22 al 24,2%, mentre quella ridotta salirà dal 10all’11,5%. Il nostro diventerebbe così il Paese con l’aliquota Iva ordinaria più elevata dell’area dell’euro: il 24,2%, infatti, è il tasso più alto in Europa. In 45 anni, gli italiani hanno affrontato nove aumenti di aliquota. Tra i principali Stati della zona euro il nostro è quello in cui è cresciuta di più: ben 10 punti. Un record di cui non andiamo certo fieri.
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