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Mutui: quei 2,4 milioni di italiani che lo estinguono in anticipo

Chi ha saldato il debito anticipatamente lo ha fatto, in media, dopo 9,3 anni. Non sempre, però, questa scelta si traduce in un vantaggio economico

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Sono circa 2,4 milioni i mutuatari italiani che sono riusciti a estinguere il debito con la banca ben prima della scadenza naturale del finanziamento. È questo il primo dato emerso dall’indagine commissionata da Facile.it e Mutui.it a mUp Research che, per analizzare più a fondo il rapporto tra mutuatari e banche, con l’ausilio di Norstat ha interrogato un campione rappresentativo della popolazione nazionale in età compresa tra i 40 e i 74 anni.

Dopo quanto tempo si dice addio al mutuo

Chi è riuscito a estinguere anticipatamente il mutuo ottenuto per l’acquisto della casa, si legge nell’analisi, ha impiegato in media 9,3 anni, tempistica molto inferiore alla durata media di questa tipologia di finanziamento, pari a circa 23 anni. Analizzando più da vicino i valori emerge che, nel 27% dei casi, il mutuo estinto anticipatamente è stato chiuso entro i primi cinque anni dalla stipula, il 45% ha impiegato tra i 6 e i 10 anni mentre il 26% tra gli 11 e i 20 anni. Interessante notare, inoltre, come le tempistiche medie di estinzione anticipata varino a seconda della zona d’Italia; i mutuatari del Nord Est risultano essere i più veloci (8,4 anni), mentre al Sud e Isole i tempi si allungano superando, in media, i 10 anni.

TFR, eredità, aiuto dei genitori. Ecco come si fa ad estinguere in anticipo

L’indagine ha messo sotto esame anche le ragioni grazie alle quali gli italiani sono riusciti a estinguere il mutuo prima della scadenza. Nel 25,7% dei casi il finanziamento è stato saldato anticipatamente grazie all’utilizzo di altri risparmi che i mutuatari stessi, in prima battuta, avevano deciso di non impiegare nel mutuo. Nel 13,3% dei casi i mutuatari hanno potuto estinguere in anticipo il debito destinando alla banca la liquidazione percepita dai genitori in pensione, mentre quasi altrettanti hanno dichiarato di aver investito il proprio TFR, ottenuto a seguito di un licenziamento o cambio d’azienda. L’11,3% lo ha estinto solo dopo aver venduto altre proprietà mentre poco più di 1 (ex) mutuatario su 10 ha dichiarato di aver chiuso il mutuo in anticipo grazie ad un’eredità. Infine, se l’8,1% ha impiegato la sua liquidazione post pensione, un ultimo 5,4% è riuscito a estinguere il mutuo grazie al subentro di un altro titolare in suo aiuto, sia esso un coniuge o un parente.

Quando conviene chiudere prima e quando no

«Estinguere un mutuo anticipatamente non sempre conviene e tale scelta va ponderata con attenzione», spiega Ivano Cresto, responsabile BU Mutui di Facile.it. «Innanzitutto bisogna considerare la presenza di eventuali penali; se il mutuo è stato stipulato dopo il 2 febbraio 2007 non ci sono, ma chi ha ottenuto il finanziamento prima di quella data potrebbe, in caso di estinzione anticipata, vedersi addebitato un costo extra calcolato in misura percentuale sul debito residuo, con aliquota che varia in funzione della tipologia di tasso, dell’anno di sottoscrizione e del numero di rate mancanti.».La maggior parte dei mutui italiani prevede, inoltre, un piano di ammortamento detto “alla francese” nel quale la quota di interessi che grava su ogni rata è alta all’inizio del finanziamento e diminuisce nel corso del tempo. Per questo motivo l’estinzione anticipata potrebbe essere particolarmente vantaggiosa solo se fatta nei primi anni dalla stipula, quando gli interessi che gravano sul mutuatario sono maggiori. In caso contrario potrebbe essere più conveniente, valutando opportunamente tassi debitori e creditori, investire altrove la liquidità disponibile e continuare a pagare le rate del mutuo sino al termine naturale del finanziamento.

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