Imprese: crescono le nuove aperture, ma anche le cessazioni

In termini assoluti, avanzamento più sensibile per attività di alloggio e ristorazione (+5.299 imprese nel trimestre), commercio e agricoltura

Saldo positivo per le nostre imprese. Se fra aprile e giugno 670 società hanno chiuso, ben 1.000 invece hanno visto la luce. La fotografia aggiornata della situazione del nostro Paese arriva dai dati diffusi da Unioncamere-Infocamere sulla natalità e mortalità delle imprese italiane nel secondo trimestre 2018. Sebbene positivo, comunque, il panorama è peggiore rispetto a quello di un anno fa. Infatti, il saldo attivo di 31.118 imprese è simile a quello del 2012 (quando raggiunse quota +31.565) e inferiore di quasi 5mila unità rispetto al 2017, quando la crescita raggiunse le 35.803 unità. A che cosa si deve questo rallentamento? Secondo gli esperti, la colpa principale è dell’aumento delle chiusure: le iscrizioni, infatti, si sono mantenute in linea con quanto registrato lo scorso anno, mentre le chiusure sono state 4mila in più.

Le imprese più attive

I settori che sono cresciuti di più in valore assoluto nel trimestre sono alberghi e ristoranti, commercio e agricoltura, mentre quelli che hanno mostrato la dinamica più brillante in termini percentuali sono stati attività professionali, servizi alle imprese, sanità e, di nuovo, il settore del turismo e dell’ospitalità.Anche le imprese artigiane hanno seguito un andamento simile, con iscrizioni stabili e cessazioni in ripresa e un saldo pari a circa un quarto rispetto allo stesso trimestre del 2017. In questo caso, i comparti con le migliori performance sono stati quelli delle imprese dei servizi alla persona (956 imprese in più), delle costruzioni (+858) e dei servizi alle imprese (+662). In rosso le attività manifatturiere artigiane (270 in meno nel trimestre) e dei trasporti e magazzinaggio (-158).

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