A salvare il pandoro Melegatti ci pensano gli stranieri

L'azienda porta i libri in tribunale dopo la lunga lotta tra Ronca e Turco. Con l'avallo del giudice, un fondo estero potrà far ripartire la produzione dei celebri pandori in extremis

Il pandoro Melegatti sarà salvato da un fondo straniero. Ad affossarlo sono stati dagli anni 70 gli screzi tra le famiglie Ronca e Turco che si contendono il controllo dell’azienda che inventò il pandoro nel 1894: tante scelte sbagliate e la concorrenza di Bauli – pronta a sbarcare in India – hanno distrutto una storia di successo ultra secolare. Dopo mesi di stipendi non pagati e di conti in rosso, Melegatti ha portato i libri in tribunale mettendo a serio rischio la presenza dello storico dolce sulle tavole degli italiani a Natale.

Il pandoro Melegatti salvato da un fondo straniero

L’ultima speranza per il pandoro Melegatti è un fondo straniero, pronto a far ripartire la produzione con ingenti investimenti per salvare il Natale: serviranno sei milioni per salvare il brand e produrre non più di due milioni di pandori, un decimo della produzione abituale. Si tratta però di un passaggio fondamentale per garantire il rilancio dell’azienda anche in vista di Pasqua 2018.

Il piano di salvataggio potrà partire solo con l’ok del tribunale fallimentare al piano di ristrutturazione del debito. Si parla di 12 milioni di crediti verso i fornitori e 10,5 verso le banche. A cui bisogna aggiungere 5 milioni di stipendi e contributi non pagati. Due commissari sono già al lavoro per dettagliare il piano industriale. E i dipendenti sono pronti a raccogliere la sfida: «Una decisione che non aveva alternativa, presa all’unanimità», racconta al Corriere della Sera Maurizio Tolotto della Fai Cisl di Verona. «Purtroppo per ora gli stipendi arretrati non saranno pagati».

Modificato il 11/11/2017 alle ore 21

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