Il governo rifinanzia le missioni, ma per la Libia soldi fino a settembre

Il Consiglio dei ministri approva il decreto che assegna 694 milioni di euro alle missioni internazionali con tagli pari a 120 milioni, soprattutto in Nord Africa. In arrivo anche 440 milioni per l’emergenza profughi

I militari italiani resteranno in Libia finché è necessario, ma i finanziamenti dureranno fino a settembre 2011. In pratica se l’impegno italiano in Nord Africa durerà per più di tre mesi, serviranno nuove risorse che non sono state ancora previste nel bilancio dello Stato. A meno di 24 ore dalla riunione del Consiglio supremo della Difesa (che aveva annunciato un impegno in Libia fino al termine della missione), il governo approva il rifinanziamento per le missioni all’estero per un totale di 694 milioni di euro, “con un risparmio di quasi 120 milioni rispetto a prima”, ha sottolineato il ministro della Difesa Ignazio La Russa, soprattutto attraverso una “riduzione del costo relativo alla Libia”. E così all’appello del Consiglio supremo della Difesa – presieduto dal presidente della Repubblica – si contrappongono le pressioni della Lega che aveva caldamente invitato il governo a un ridimensionamento delle spese militari. “Ho apprezzato che dei 2078 uomini che torneranno a casa 1000 provengono dalla missione Libica – ha ammesso il ministro leghista della Semplificazione Roberto Calderoli – Ci sarà un ridimensionamento di un terzo dei costi di quella missione (da 142 mln del primo trimestre a 58 mln), quindi è stato recepito il nostro sollecito”. Per altri finanziamenti all’estero, soprattutto per una presenza italiana una situazione post-conflittuale in Libia, serviranno altre risorse. Sicurezza interna. Nel corso del Consiglio dei ministri di oggi il ministro dell’Interno, Roberto Maroni avrebbe firmato il decreto per il rifinanziamento delle missioni militari solo dopo aver ottenuto l’ok in Cdm a una ordinanza che assegna 440 milioni di euro alla Protezione civile che sta gestendo l’emergenza profughi. In più Maroni ha avuto il via libera al prolungamento del pattugliamento delle navi della Marina Militare davanti alle coste tunisine fino al 31 dicembre.

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