Il finanziamento ai partiti ha cambiato pelle. E ci costa di più

Ai gruppi parlamentari vanno 53 milioni di euro all'anno. Con il 2 per mille, i costi sono superiori a prima dell'autoriforma

Il finanziamento ai partiti è vivo e lotta insieme a noi. Lo raccontano per la prima volta i rendiconti finanziari resi obbligatori dal regolamento parlamentare e analizzati da Openpolis. L’ammontare complessivo dei contributi per «gli scopi istituzionali e per le spese di funzionamento», quali «funzioni di studio, editoria, comunicazione, personale», ammontano a 53,3 milioni all’anno: il doppio del vecchio rimborso elettorale che resterà in piedi fino al 2017 grazie proprio al paravento dei rendiconti di trasparenza. Ma nel frattempo è nato anche il sistema del due per mille che contribuisce ad alzare la somma totale.

COSTI E CAMBI. Analizzando 28 rendiconti presentati dai dodici gruppi parlamentari principali. Openpolis ha calcolato che ogni deputato costa 50 mila euro (32 milioni) e ogni senatore 67 mila (21,3) frutto del minimo garantito e della parte crescente in base alle proporzioni numeriche. Il Pd, gruppo di maggioranza, nel 2014 ha incassato 20,5 milioni; il Movimento 5 Stelle 7,1 milioni; Forza Italia 7,4 milioni. Decisivo è il fenomeno dei cambi di gruppo: Area Popolare, grazie all’acquisto di 67 parlamentari (su 328 che complessivamente hanno incassato casacca) è riuscita a ottenere 4 milioni in più di prima, il Pd appena 1,3 milioni. Costano caro le fughe a Forza Italia (-83 parlamentari e 5 milioni) e al M52 (-2 milioni per i 35 ex grillini fuoriusciti)

TESORETTI. I contributi sono comunque superiori al fabbisogno, se tutti hanno risparmiato circa il 16% di quanto ricevuto in media. Il M5S ha fatto economia accantonando il 30% dei contributi (4 milioni), il Pd il 20% (8). Guardando a come viene speso questo fiume di denaro, il 72% dei soldi serve a pagare il personale con paradossi come quelli di Centro Democratico e gruppo misto che si ritrovano più personale che onorevoli: complessivamente infatti i gruppi parlamentari mantengono 560 persone, più di uno ogni due eletti, sotto forma di collaborazioni temporanee e consulenze esterne dato il blocco delle assunzioni. In questo numero non sono calcolati i collaboratori diretti (portaborse, addetti stampa, segretari), a cui vanno 4 mila euro destinati specificatamente a ogni parlamentare.

Tra le altre spese ci sono «comunicazione ed editoria» – 4,6 milioni, record per la Lega – e voci “particolari”, come il milione di euro annuo speso dal Pd per partecipare alle feste dell’Unità (Atreju costa appena 6 mila euro a Fratelli d’Italia).

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