Ibm: 150 modelli di AI al servizio delle aziende

Ibm: 150 modelli di AI al servizio delle aziendeIl Ceo di Ibm, Arvind Krishna

Durante l’annuale evento Think, la multinazionale americana Ibm ha presentato un catalogo composto da oltre 150 modelli di intelligenza artificiale (AI), progettati per automatizzare attività specifiche come il recruiting e il marketing. L’obiettivo della multinazionale è chiaro: superata la fase di sperimentazione, è il momento di passare all’applicazione su larga scala, con impatti concreti e misurabili per le aziende.

Il Ceo Arvind Krishna ha sottolineato come solo il 25% degli investimenti aziendali in AI abbia finora prodotto benefici economici tangibili. Le cause? Difficoltà di integrazione degli algoritmi nei processi quotidiani, scarsa predisposizione culturale al cambiamento, tecnologie frammentate e poca propensione alla condivisione dei dati. Nonostante questo, Krishna resta ottimista: nei prossimi quattro anni, prevede la nascita di oltre un miliardo di applicazioni sviluppate grazie all’intelligenza artificiale generativa (GenAI).

I benefici degli AI agent secondo Ibm

Secondo il Ceo di IBm, il 99% dei dati aziendali oggi non viene sfruttato a causa dei limiti dei grandi modelli generativi, che non riescono a valorizzare adeguatamente le informazioni. La soluzione? Creare modelli più piccoli, mirati su casi d’uso specifici, più sicuri, meno costosi e con un margine di errore ridotto. La multinazionale americana ha già testato con i propri agenti AI internamente, ottenendo in due anni un ritorno sull’investimento di 3,5 miliardi di dollari. Un risultato che non si limita alla riduzione dei costi, ma che ha contribuito ad aumentare produttività e ricavi.

Attraverso la piattaforma WatsonX, Ibm renderà disponibili i 150 modelli AI anche per le aziende clienti, molti dei quali sviluppati in collaborazione con partner come Meta, Salesforce e Slack. I clienti potranno personalizzare i propri agenti AI in pochi minuti, con la possibilità di farli operare anche in scenari aziendali complessi e trasversali.

L’impatto sull’occupazione

L’intelligenza artificiale sta già trasformando la forza lavoro di Ibm. Secondo quanto dichiarato da Krishna al Wall Street Journal, circa 200 lavoratori di Ibm sono stati sostituiti da agenti AI, in particolare per compiti complessi ma standardizzabili. Tuttavia, il Ceo ha evidenzia anche che l’adozione dell’AI ha generato nuove opportunità occupazionali nei settori della programmazione e delle vendite. “Il numero complessivo dei dipendenti è cresciuto”, ha affermato Krishna, aggiungendo che le risorse liberate dall’automazione sono state reinvestite in altre aree aziendali. Una strategia che risale almeno al 2023, quando Ibm annunciò il blocco delle assunzioni in funzioni amministrative come Hr e back-office, con la previsione di sostituire fino al 30% di quei ruoli nel giro di cinque anni.

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