Guerra dei dazi, negli Usa i prezzi dei videogiochi rischiano un’impennata

Il costo delle console potrebbe aumentare di almeno 840 milioni di dollari. Microsoft, Nintendo e Sony chiedono l’intervento di Trump

Anche il mercato dei videogiochi potrebbe subire un pesante contraccolpo a causa dei dazi imposti dal governo Trump alle importazioni dalla Cina con l’obiettivo di colpire il furto di segreti industriali e la contraffazione da parte delle aziende cinesi. Secondo uno studio realizzato dal Trade Partnership for the Consumer Technology Association, infatti, il prezzo delle console potrebbe aumentare complessivamente di almeno 840 milioni di dollari nelle prossime settimane. La situazione è critica al punto che tre storici rivali, Microsoft, Nintendo e Sony, hanno deciso di allearsi e di fare fronte comune. Il 17 giugno hanno inviato una lettera alle autorità per il commercio a Washington, avvertendo l’amministrazione che il costo di Xbox, (Nintendo) Switch e Play Station potrebbe “andare fuori dalla portata delle famiglie americane”. Inoltre, hanno ufficialmente chiesto al presidente degli Stati Uniti di rimuovere le console dalla lista dei prodotti sottoposti a dazi: il 96% di quelle importate, infatti, sono prodotte proprio in Cina. “Pur apprezzando l’obiettivo dell’amministrazione di voler rafforzare la protezione della proprietà intellettuale in Cina è improbabile che le console possano essere oggetto di contraffazione” recita la lettera. I dazi, dunque, in questo caso non solo non servirebbero ma potrebbero produrre deleteri effetti negativi “ferendo i consumatori, gli sviluppatori di videogiochi, i rivenditori e i produttori di console”, oltre a mettere “a rischio migliaia di posti di lavoro ad alto valore negli Stati Uniti”.

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