Guardia di Finanza, Iva evasa per 5,5 miliardi: +64%

In cinque mesi individuati 23 miliardi di euro non dichiarati, in linea con i dati del 2010. Crescita record per gli evasori con partita Iva, mentre il denaro sequestrato è 10 volte superiore allo scorso anno

Quei 23 miliardi di euro non dichiarati dai contribuenti e scoperti nei primi cinque mesi dell’anno sono tanti, forse troppi. Tuttavia il dato – come sottolinea la Guardia di Finanza in occasione dei festeggiamenti per il 237° anniversario del Corpo – è in linea con il trend dello scorso anno. Molto più alto, da far strabuzzare gli occhi è quello relativo all’evasione dell’Iva: da gennaio a maggio sono stati scoperti 5,5 miliardi di euro, +64% rispetto allo stesso periodo del 2010. Nei primi mesi dell’anno le Fiamme Gialle hanno arrestato 108 persone per frodi e reati fiscali e denunciato 5.360 (13% in più rispetto al 2010) principalmente per aver utilizzato (1.524) o emesso (826) fatture false o per non aver versato l’Iva (241). Ai responsabili dei reati fiscali sono stati sequestrati circa 542 milioni di euro, valore 10 volte superiore a quello del corrispondente periodo del 2010.Crescita record anche per l’evasione internazionale (scoperti 7 miliardi non dichiarati, +47%), sotto la lente delle Fiamme Gialle sono finiti principalmente i trasferimenti ‘di comodo’ delle residenze di persone e società nei paradisi fiscali e lo spostamento all’estero di capitali per non pagare le tasse in Italia. Le indagini sulle imprese e lavoratori autonomi sconosciuti al Fisco perché‚ non presentano le dichiarazioni annuali (sommerso d’azienda) hanno portato all’individuazione di redditi evasi per oltre 11 miliardi di euro, pari al 42% in più rispetto al 2010. Sempre più elevato lo standard di qualità dei controlli: i verbali della Guardia di Finanza, nel 92% dei casi, sono stati recepiti dall’ Agenzia delle Entrate per il successivo accertamento. In aumento anche i casi di coloro che aderiscono spontaneamente ai rilievi mossi dai verificatori del Corpo, per importi superiori del 35% rispetto ai primi cinque mesi del 2010.

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