Fisco: nuovo piano di rateizzazione per chi è in difficoltà

Sarà possibile saldare i debiti in due anni, usufruendo fino a un massimo di 72 rate. Novità anche in materia di interpello

Il Consiglio dei ministri ha approvato gli ultimi cinque decreti della delega fiscale, relativi a: interpello e contenzioso tributario; organizzazione delle agenzie fiscali; revisione del sistema delle sanzioni, stima e monitoraggio dell’evasione fiscale; monitoraggio e riordino degli sconti fiscali; riscossione. «Si completa così il pacchetto dei provvedimenti attuativi della riforma fiscale volta ad introdurre maggiore equità e trasparenza nel sistema e a favorire la crescita e l’internazionalizzazione delle imprese», scrive il Consiglio dei ministri nel comunicato ufficiale. «I testi approvati, sostanzialmente invariati nei contenuti rispetto a quelli approvati dal Consiglio dei Ministri del 4 settembre 2015, tengono conto di alcune delle richieste presenti negli ultimi pareri delle Commissioni parlamentari».

La principale novità riguarda il campo della riscossione dei debiti: da oggi sarà possibile usufruire di una più larga rateizzazione, spalmando la somma da versare su un arco di due anni, per un massimo di 72 rate. Il nuovo piano può inoltre essere utilizzato, su richiesta degli stessi contribuenti, anche per i debiti «oggetto di piani di rateazione da cui i contribuenti siano decaduti nei 24 mesi antecedenti l’entrata in vigore del decreto».E’ necessario presentare la richiesta entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto. Tuttavia, basta omettere il pagamento di sole due rate, per uscire dal piano di rateazione.

L’altra grande novità riguarda l’istituto dell’interpello, che esce da questa riforma potenziato e razionalizzato. Più nel dettaglio, vengono ridotti da 120 giorni a 90 giorni i tempi di risposta degli interpelli ordinari. Per gli altri tre tipi di interpello, ossia probatorio, anti abuso e disapplicativo, viene invece fissato il limite di 120 giorni. Qualora non giunga risposta entro i termini fissati dalla legge, vale la regola del silenzio-assenso, con conseguente approvazione automatica della soluzione prospettata dal contribuente.

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