Expo Dubai 2020: oltre 650 imprese italiane in cerca d’appalto

Il nostro Paese è il più rappresentato tra le aziende in cerca di accaparrarsi i 3 miliardi di dollari messi a disposizione dagli Emirati Arabi Uniti per real estate e servizi. Per candidarsi c’è tempo fino a dicembre 2017

La prossima Esposizione universale, la prima dopo Expo Milano 2015 sbarcherà per la prima volta in Medio Oriente, a Dubai, e si stima accoglierà 25 milioni di visitatori, di cui il 70% provenienti dall’estero (sarebbe un vero e proprio record). La nuova edizione di Expo, dal titolo Connecting minds, creating the future, verrà inaugurata il 20 ottobre 2020 e si protrarrà fino al 10 aprile 2021. L’evento darà anche ufficialmente il via ai festeggiamenti per il Giubileo d’oro degli Emirati Arabi Uniti (Eau) e sancirà l’inizio di una visione futurista e sostenibile, dettando le linee guida in materia di sviluppo ecosostenibile per i decenni a venire.

APPALTI EXPO 2020: IN PALIO ANCORA 3 MILIARDI Ma questo nuovo corso non si concluderà alla fine di Expo e le infrastrutture costruite per la manifestazione continueranno a svilupparsi e a generare interesse anche dopo l’evento, con strutture museali, “Silicon Valley” per sviluppo tecnologico, ecc. Molti di questi progetti per la creazione di infrastrutture hanno già ricevuto premi e riconoscimenti, mentre circa 3 miliardi di dollari sono in attesa di essere appaltati, così come lo sviluppo di ben 5000 prodotti a marchio Expo 2020 (cappellini, penne, magliette, etc.), il tutto entro dicembre 2017. “Gli italiani si stanno dando da fare per accaparrarsi gli appalti: attualmente sul portale Expo, unico canale attraverso il quale è possibile partecipare ed essere informati sui bandi di gara”, spiega Thomas Paoletti, titolare e Managing Partner dello Studio Paoletti Legal Consultant, che si occupa di assistere le imprese italiane in materia di investimenti all’estero e in fase di internazionalizzazione in Medio Oriente. A oggi risultano registrate ben 665 aziende italiane, non necessariamente domiciliate in Eau, di cui ben 370 pmi. È la quota maggiore di aziende registrate ad oggi per nazionalità. Il 13% sono nel manifatturiero e il 37% nei servizi”. Il restante 50% sono aziende del settore real-estate e costruzioni, che continua a essere senz’ombra di dubbio quello prioritario: è questo infatti il comparto ove c’è ancora maggior bisogno di coinvolgere aziende qualificate e tecnologicamente avanzate. “È importante sottolineare”, aggiunge Paoletti, “che le società di costruzioni che vinceranno la gara, dovranno avere licenza su suolo degli Emirati Arabi Uniti per poter operare con manodopera locale, mentre per tutte le altre società fornitrici, o di erogazione di servizi (cibo, logistica, etc. ), non sarà necessario avere licenze in Eau, in via eccezionale e limitata per la sola durata dell’evento”.

IL FUTURO DI DUBAI Il sito su cui sorgerà la manifestazione è un nuovo quartiere fieristico, il Dubai Trade Center – Jebel Ali, una area da 400 ettari adiacente al nuovo Aeroporto Internazionale Al Maktum, a circa metà strada tra Dubai e Abu Dhabi. Al centro la piazza Al Wasl, denominata con l’antico nome di Dubai, il cui significato è “la connessione”, da cui si dipanano, come tre grandi petali, le tre aree tematiche della manifestazione: Opportunità, Sostenibilità e Mobilità. L’ambizione dell’emirato è quella di trasformarsi nella metropoli più sostenibile del globo. Per perseguire questo obiettivo, in vista di Expo, la città si sta dotando di una serie di apparati a elevata strategia green per la mobilità: i viali all’interno di tutta l’area saranno ricoperti di materiale fotovoltaico per soddisfare il 50% del fabbisogno elettrico del sito espositivo e i trasporti saranno gestiti attraverso cabinovia e autobus a zero emissioni..

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