111 miliardi di evasione: ma si può?

È il record (in crescita) tutto italiano di quanto sfugge al fisco ogni anno. Parola della commissione governativa sull'economia sommersa. E i risultati della lotta ai furbetti sono più miseri che mai: solo l'1,3% contro una media Ocse del 17%

Centoundici miliardi all’anno. Tanto sfugge al fisco secondo la commissione governativa sull’economia sommersa. E non pensiate che la lotta all’evasione permetta di recuperarne una buona fetta. Nel nostro Paese gli esattori riescono a riscuotere appena l’1,13% del carico fiscale affidatogli. Una percentuale davvero misera se confrontata con il 17,1% che rappresenta la media Ocse.

Non solo. Di anno in anno la cifra lievita. Dai 107,6 miliardi del 2012 siamo passati a 109,7 nel 2013 fino a raggiungere, appunto, i 111,7 nel 2014. E se la nota di aggiornamento del Def indica provvisoriamente per il 2015 un calo di 3,9 miliardi c’è poco da gioire: alla cifra calcolata finora vanno aggiunti i mancati introiti Irpef dei dipendenti irregolari, pari a oltre 5 miliardi nel 2014.

Ma i record tricolori non finiscono qui. Solo qualche giorno fa Bruxelles ci ha incoronati Paese Ue con la maggiore evasione dell’Iva: quasi il 30%. Percentuale che, in soldoni, si aggira sui 40 miliardi.

E se siamo tutti daccordo sul fatto che l’imposizione fiscale nello Stivale sia davvero troppo pesante, questo certamente non giustifica i “furbetti”. Anche perché dei 111,7 miliardi citati, ben 75,5 si devono a coloro che per il fisco nemmeno esistono. Dei veri e propri fantasmi.

A peggiorare la situazione, gli scarsi risultati della tanto acclamata lotta ll’evasione. Se dal 2000 al 2016 i creditori hanno affidato a Equitalia 1.135 miliardi di euro da riscuotere (parliamo di una cifra pari a quasi la metà del nostro debito pubblico), una parte di questa cifra è stata annullata dai creditori stessi e solo una piccola parte è stata effettivamente riscossa. Il residuo contabile? 817 miliardi, di cui se tutto va bene potrebbe rientrare appena il 3,5%. A ben guardare, infatti, di tutti quei soldi, buona parte riguardano soggetti falliti, morti o presunti nullatenenti (rispettivamente 147,4, 85 e 95 miliardi), senza contare che per quasi 350 posizioni si è già tentato invano il recupero e 32,7 miliardi non sono riscuotibili causa norme favorevoli ai debitori. Se poi teniamo conto che i ricorsi tributari vedono l’amministrazione avere la peggio in terzo grado nel 62% dei casi…

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