Evasione: sottratti al Fisco 91 miliardi l’anno

A evadere sono soprattutto i commercianti, seguiti dai lavoratori autonomi e liberi professionisti. Al Nord i valori più alti, al Sud ammanchi fino a 60 centesimi per ogni euro versato

L’evasione fiscale è costata 91 miliardi di euro all’anno al Fisco tra il 2007 e il 2013. Sono i dati del Rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasti all’evasione fiscale, allegato alla nota di aggiornamento del Def e approvato dal Consiglio dei ministri. L’ammanco riguarda, peraltro, solo d mancati versamenti di Iva, Irpef, Ires e Irap, e non prende in considerazione quelli sui contributi previdenziali, ossia Inps e Inail.

Scopo del rapporto è infatti individuare il tax gap: con questo termine si intende la «differenza tra l’ammontare del gettito teorico di ciascuna imposta e l’ammontare del gettito effettivamente riscosso». Ebbene, se tra il 2001 e il 2006 il tax gap era di 93,5 miliardi l’anno, nel 2007-2013 si abbassa di poco attestandosi, come anticipato, a 91,3 miliardi di euro. Di questi, 40,2 miliardi derivano dall’evasione della sola Iva. L’evasione di Irpef e Ires viene invece calcolato insieme, attestandosi sui 44 miliardi di euro. L’Irap pesa “solo” 7,2 miliardi. Tra le realtà imprenditoriali individuali più propense all’infedeltà fiscale, spiccano i commercianti, che non dichiarano un imponibile medio di 27.644 euro. Seguono i lavoratori autonomi e professionisti (10.829 euro).

LA MAPPA DELL’EVASIONE. Dal punto di vista geografico, invece, i valori più alti si attestato al Nord Italia, essendo questa un’area particolarmente ricca: dal Nord proviene il 54% dell’ammanco del gettito totale (47,4 miliardi), al Centro il 27% (24,4 miliardi), al Sud il 21% (19,5 miliardi). Ma è nel Mezzogiorno che la propensione all’evasione risulta più alta: «Qui si manifestano livelli più elevati di intensità di evasione, che in alcuni casi sfiora il 60% (60 centesimi di gettito evaso per ogni euro regolarmente versato)», si legge nel rapporto.

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