Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l’intenzione di imporre dazi del 10% o del 15% sui prodotti esportati da oltre 150 Paesi, secondo quanto dichiarato dalla Casa Bianca. La misura, che ha suscitato preoccupazione a livello internazionale, colpirà quei Paesi che, a detta di Trump, “non sono grandi e non fanno molti affari” con gli Stati Uniti.
“Invieremo una notifica di pagamento a oltre 150 Paesi”, ha dichiarato Trump, precisando che la tariffa doganale sarà uniforme per tutti i destinatari. Questa notifica sarà trasmessa tramite lettere formali, alcune delle quali sono già state pubblicate dallo stesso presidente sul suo social network Truth Social, presentandole come presunti “accordi”.
In una successiva intervista al canale Real America’s Voice, Trump ha indicato che la cifra non è ancora definitiva, ma si aggirerà “probabilmente tra il 10% e il 15%”, e che i nuovi dazi entreranno in vigore il 1° agosto, posticipando la scadenza inizialmente fissata al 9 luglio.
L’annuncio fa parte di una strategia commerciale più ampia volta a fare pressione sui Paesi affinché negozino nuovi trattati alle condizioni di Washington. In tal senso, Trump ha affermato che, se non verranno accettate le condizioni degli Stati Uniti, i dazi saranno applicati senza esitazione.
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Per quanto riguarda l’Unione Europea (Uu), Trump ha mantenuto un tono di sfida parlando di un possibile aumento del 30% sui dazi esistenti per i prodotti europei. Il presidente ha ammesso che l’Ue “è stata brutale” in passato, ma ora mostra apertura al dialogo. “Vogliono raggiungere un accordo, e sarà molto diverso da quello che abbiamo avuto per anni”, ha aggiunto.
Questa nuova offensiva doganale rappresenta un’ulteriore svolta nell’agenda protezionista del presidente Trump, che già durante il suo primo mandato (2017–2021) ha innescato diverse guerre commerciali, in particolare con la Cina. La proposta rischia di inasprire ulteriormente il commercio globale e potrebbe provocare ritorsioni da parte dei Paesi colpiti.
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