Dalle imprese un Manifesto per la crescita

Industrie, banche, assicurazioni, cooperative artigiani e commercianti: tutti uniti per “salvare l’Italia” con proposte “concrete e operative”

C’è la firma di Emma Marcegaglia (Confindustria), Giuseppe Mussari (Abi) e di Ivan Malavasi (Rete Imprese Italia), ma anche quella di Luigi Marino (Alleanza Cooperative Italiane) e di Fabio Cerchiai (Ania). Il mondo produttivo dell’Italia rompe gli indugi e, dopo l’annuncio della scorsa settimana, presenta al governo il suo Manifesto delle imprese: un documento di circa venti pagine in cui vengono elencate le cinque priorità che il governo dovrà affrontare. “Deve essere chiaro – scrivono le parti sociali nel documento presentato all’esecutivo – Non intendiamo minimamente sostituirci ai compiti che spettano al governo, alla politica, a chi rappresenta la sovranità popolare. Avvertiamo però l’esigenza di non limitarci alle critiche, ma di indicare all’attenzione di tutti alcuni punti assolutamente prioritari”. E così nel Manifesto si presentano riforme “concrete e operative” che comprendono spesa pubblica e pensioni, riforma fiscale, cessioni patrimonio, liberalizzazioni e semplificazioni, infrastrutture ed energia. “Siamo chiamati a cambiare passo e ad esprimere uno sforzo comune in grado di far si che l’Italia continui ad essere uno tra i primi Paesi manifatturieri del mondo e possa far conto su un forte e dinamico sistema dei servizi – continua il documento – Tutte le imprese sono pronte a fare la loro parte. È questa la ricetta vincente in un mondo scosso da un cambio di fase economica senza precedenti”. Sì, perché “salvare l’Italia non è uno slogan retorico” e questo le parti sociali lo vogliono mettere bene in chiaro.

La presentazione del Manifesto arriva a poche ore dalla schiaffo morale dato dai giovani di Confindustria alla Politica. Il presidente Jacopo Morelli ha annunciato in un’intervista all’Ansa che al prossimo convegno annuale dei giovani di Confindustria i politici saranno sì invitati, ma “non sul palco, solo ad ascoltare”. Basta “passerelle”. La scelta è maturata dopo l’appuntamento di giugno a Santa Margherita Ligure, il debutto di Jacopo Morelli che da pochi mesi era stato eletto presidente: “Avevamo fatto delle proposte, ci sono state zero risposte. Quindi ora noi diciamo: zero risposte, zero politici”.

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