Crisi, l’Italia ha chiesto di essere monitorata dal Fmi

Riforme economiche e fiscali italiane nella lente del Fondo. Barroso: non è un commissariamento ma una decisione autonoma

«L’Italia ha deciso di sua iniziativa di chiedere al Fondo monetario internazionale di monitorare l’applicazione dei suoi impegni, attraverso il controllo delle proprie riforme economiche e fiscali». Queste le parole con le quali José Manuel Durao Barroso, presidente della Commissione europea, ha annunciato nel corso del G20, la nuova decisione (o imposizione?) italiana. Roma avrebbe, come conferma anche Herman Van Rompuy, presidente del consiglio europeo, invitato l’Fmi a verificare «tutti i trimestri, in collaborazione con il ministro Giulio Tremonti, l’avanzamento del piano di riforme» messo a punto dal governo italiano per rispondere alla crisi. Una decisione questa che, secondo Van Rompuy, è «estremamente importante per la credibilità delle misure annunciate» e che si somma alla decisione presa in occasione del vertice del 26 e 27 ottobre, quando venne «concordato il monitoraggio da parte della Commissione europea». Prevista già per la prossima settimana una missione speciale volta a verificare l’attuazione delle misure economiche annunciate e decise dal governo.Italia commissariata quindi? Niente affatto, almeno non secondo Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea che si è affrettato a chiarire: «La collaborazione – ha osservato – non va vista come un commissariamento. Anche la lettera di agosto della Bce non andava vista come un commissariamento. L’Italia è un Paese sovrano che collabora con le istituzioni internazionali». Tesi questa sostenuta, almeno ufficialmente anche da Barroso. «Tutte le discussioni con l’Italia si sono svolte in un’atmosfera molto serena, non ci sono stati diktat o l’imposizione di qualcosa». I colloqui, ha insistito il presidente della Commissione europea, si sono svolti in un clima di «cooperazione, è l’Italia che ha proposto di invitare l’Fmi, per rafforzare la credibilità del programma». Ancora nessuna dichiarazione ufficiale dal Governo Italiano, né di Silvio Berlusconi, né di Giulio Tremonti, nessuna voce che chiarisca chi, a Roma (così come dicono dall’Europa) abbia effettivamente avanzato la richiesta di monitoraggio al Fondo Monetario Internazionale.

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