Crescita, nel 2015 è inferiore alle aspettative: solo +0,7%

Il Governo è però ottimista: per Renzi l’Italia è in ripresa

L’Italia sta uscendo dalla recessione, ma la crescita non riesce ancora ad ingranare. Le prime stime parlano di un Pil in salita, per il 2015, di una percentuale dello 0,7%; ma l’ultimo trimestre dell’anno da poco conclusosi segna solo un deludente +0,1%, decisamente inferiore alle stime e non all’altezza dei dati dei mesi precedenti.

CRESCITA IN STALLO. Il dato negativo segnato negli ultimi tre mesi del 2015 ha portato al ribasso la media annuale, e soprattutto ha portato a rivedere al ribasso le stime per il 2016. Quelli italiani sono risultati però in oinea con quelli conquistati dal resto dell’Unione Europea, che vede un sostanziale rallentamento dei ritmi di crescita, ma nel nostro Paese tale frenata si è purtroppo sentita molto di più. Tuttavia il governo, in primis il Premier Matteo Renzi, non si lasciano andare allo sconforto e danno dei numeri una lettura sostanzialmente positiva: il Pil è infatti cresciuto nell’ultimo trimestre del 2015 di un +1% su base annuale, e questo sarebbe il miglior risultato ottenuto dal lontano 2011.

RIPARTENZA IN FRENATA. Una ripartenza per l’economia italiana, dunque, anche se piuttosto deludente: è il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan a dare ragione all’ottimismo di Renzi, ammettendo tuttavia che le aspettative erano decisamente più rosee, e che il risicato +0,7% non le ha certo soddisfatte. Ci si augurava, infatti, almeno una crescita dello 0,9%; non bisogna però, secondo Padoan, farsi scoraggiare dai decimali: il dato fondamentale, in questo caso, è il fatto che l’Italia è finalmente in crescita, dopo anni di recessione. Intanto si spera che le stime vadano al rialzo a marzo, quando si avranno le proiezioni definitive relative al 2015.

L’OPINIONE DEGLI ANALISTI. Meno fiduciose le prospettive presentate invece dagli analisti, che non condividono l’entusiasmo del Governo; se infatti sono aumentate alcune voci di spesa, cala inesorabilmente il valore aggiunto nel comparto dell’industria, dove la produzione è nell’ultimo trimestre scesa dello 0,7% (nonostante sia stato raggiunto nel 2015 un +1% su base annua che è il primo segnale di crescita dal 2011, e a dispetto dell’aumento segnato dai comparti agricoltura e servizi); diminuisce anche la domanda interna, compensata dall’export, che risulta trainante. Gli analisti sottolineano inoltre il sostanziale stallo degli investimenti, causato probabilmente dall’introduzione nella legge di stabilità dei maxi-ammortamenti. Intanto, i timori per la crescita del 2016 non hanno mancato di stimolare le opposizioni, che vedono nei dati parzialmente negativi un terremoto che potrebbe mettere in crisi il Governo Renzi e la sua politica economica.

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