Nel 2024, sono “spariti” 3,2 miliardi di consumi rispetto a quanto previsto dal Documento di economia e finanza (Def) di aprile. Inoltre, in Italia, negli ultimi dieci anni, hanno chiuso ben 140 mila negozi. Non solo: con la complicità del crollo delle nascite, le nuove aperture di attività sono dimezzate, registrando un -52% rispetto al 2014, con un -76% nel commercio ambulante e un -40% nel settore della ristorazione e dei bar. È l’allarme lanciato con forza dalla presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise, durante il suo intervento all’Assemblea annuale della Confederazione di Roma (qui sotto il suo intervento integrale), dove ha messo in evidenza il concreto rischio di “desertificazione commerciale” del nostro Paese.
La proposta di Confesercenti: un Fondo per la rigenerazione urbana
Da qui, la richiesta di interventi urgenti per arginare il problema, tra cui la creazione di un Fondo per la rigenerazione urbana. Secondo De Luise, che ha parlato di fronte a una platea che vedeva, tra gli altri, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, questo fondo dovrebbe raccogliere risorse dalla rottamazione delle licenze e un contributo delle grandi piattaforme internazionali, che detengono circa il 70% del mercato del commercio online. “Anche per i giganti del web è giusto considerare un meccanismo di redistribuzione delle risorse”, ha sottolineato la presidente di Confesercenti.
Le perdite nel commercio al dettaglio e le conseguenze sul territorio
Tra le oltre 140 mila imprese del commercio al dettaglio in sede fissa che hanno abbassato le serrande, circa 46.500 erano attività di vicinato “di base” come negozi alimentari, edicole, bar e distributori di carburante. “Questa perdita di punti di accesso ai servizi essenziali”, ha dichiarato De Luise, “riduce la qualità della vita della popolazione e contribuisce a rafforzare la tendenza al declino demografico di vaste aree territoriali”.
“La resilienza della rete di imprese di vicinato è fondamentale”, ha aggiunto la presidente, “e per chi apre nelle aree desertificate, è prioritario prevedere un regime agevolato, accompagnato da semplificazioni burocratiche”.
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