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Allarme insolvenze nascoste in Europa

Una ricerca Coface evidenzia un paradosso tra il deterioramento dello stato di salute finanziaria delle imprese e il calo delle insolvenze registrato nel 2020

Nel corso del 2020 le insolvenze sono diminuite in tutte le grandi economie europee, eppure che ci sia una crisi in atto è certo, così come il deterioramento dello stato di salute finanziaria delle imprese. Ecco perché Coface, big dell’assicurazione del credito, lancia un allarme e punta l’attenzione sulla presenza di “insolvenze nascoste”, ossia imprese non redditizie il cui fallimento è solo una questione di tempo. In particolare, la tendenza sarebbe analoga in tutta l’area euro. In Francia, per esempio, a essere in sospeso sarebbe la sorte di 22 mila imprese e queste insolvenze “nascoste” si concretizzeranno progressivamente entro il 2022. Coface stima che il numero di insolvenze “nascoste” sia di 8.600 nel settore delle costruzioni, 1.800 nel commercio, 1.500 nell’industria manifatturiera, 1.200 nei servizi alle imprese e circa 800 nei trasporti. Finora, sebbene la crisi economica abbia colpito i settori in maniera disomogenea, il numero di insolvenze si è ridotto in tutte le filiere, comprese quelle ferme da più mesi. Inoltre, tutte le regioni francesi hanno registrato un calo netto del numero di insolvenze nel 2020, da -34% in Bretagna a -49% in Corsica. In Francia, senza i Fondi di solidarietà, l’attività del settore alberghiero e della ristorazione si sarebbe contratta di una percentuale prevista a -109 %, contrariamente a -17 % stimata da Coface. Le ripercussioni delle insolvenze in termini di occupazione sono rimaste tuttavia limitate, con 126 mila posti di lavoro persi, il livello più basso dal 2006.

In Germania, invece, Coface stima il numero di insolvenze nascoste pari al 21% rispetto al livello del 2019 (ossia circa 3950 insolvenze). A inizio pandemia, Coface aveva previsto un aumento delle insolvenze del 9% nel 2020, ma alla fine sono diminuite del 15%. Questo trend è dovuto in parte al fatto che il governo tedesco ha temporaneamente sospeso l’obbligo di aprire una procedura di fallimento in caso di insolvenza (moratoria sulle insolvenze) per dare tempo alle misure di stimolo di fare effetto. Il settore tedesco della metallurgia e dell’automotive, entrambi in recessione già da molto prima della pandemia, hanno registrato un incremento delle insolvenze rispetto al 2019.

In Spagna, il programma di congedi è risultato efficace. Per esempio, nelle vendite al dettaglio, le simulazioni di Coface indicano che il sistema di disoccupazione parziale ha limitato il calo dei profitti a -26% nel secondo trimestre, contro un -67% in sua assenza. Queste misure non hanno impedito un incremento vertiginoso delle insolvenze nel settore del turismo con un aumento del 90% su base annua nella seconda metà del 2020. In Spagna le insolvenze nascoste aumenteranno a circa 1600 (34% del loro livello del 2019).

Infine, in Italia, Coface stima l’entità delle insolvenze nascoste intorno al 39% del livello 2019 (4.100 insolvenze). Secondo le simulazioni di Coface, le insolvenze sarebbero dovute aumentare del 7%.

Non tutte le insolvenze “nascoste” dovrebbero manifestarsi nel corso del 2021. La continuità delle moratorie così come quella delle misure di sostegno da parte delle banche saranno determinanti. Il processo di “recupero” delle insolvenze a partire dal 2021 sarà direttamente correlato alla rapidità con la quale termineranno le misure restrittive, che a loro volta dipenderanno dalla velocità delle vaccinazioni. Infine, dipenderà anche dalla volontà degli Stati di continuare a fornire sostegni, visto che la maggior parte delle imprese comincerà (per esempio in Francia) a rimborsare i prestiti garantiti dallo Stato (PGE) solo a partire dal 2022.

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Foto di Gerd Altmann da Pixabay