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Censis: la crisi ha eroso il ceto medio. Rischio banlieue

Più disuguaglianze e integrazione ridotta gli effetti più pesanti della recessione. Otto milioni gli italiani “non utilizzati»

Più diseguaglianze, meno integrazione e ceto medio corroso. E’ questa l’Italia della crisi secondo il Censis. Un Paese che «ha fatto della coesione sociale un valore e si è spesso ritenuto indenne dai rischi delle banlieue parigine» ma rischia di perdere questa identità per alcune criticità nelle zone urbane.

«Profonda crisi della cultura sistemica» è l’allarme del 48esimo rapporto dell’istituto: con la ripresa che non si vede più, si è «dissipato» il capitale umano tricolore. Questo sono 8 milioni di individui “non utilizzati”: 3 milioni di disoccupati, 1,8 milioni di inattivi e 3 milioni di persone che, pur non cercando attivamente un impiego, sarebbero disponibili a lavorare.

PAURA E TENSIONE. A paralizzare i nostri connazionali è soprattutto la paura della povertà per almeno il 60% degli intervistati è come «fosse un virus che può contagiare chiunque».

Si finisce così per rimanere bloccati: non si investe e non si consuma ma per egoismo e cinicità, quasi che i contanti fosse l’ancora di salvezza in caso di difficoltà

SENZA RETE. Guardando al futuro, ol 29% degli italiani prova ansia perché non ha una rete di protezione, il 29% è inquieto perché ha un retroterra fragile, il 24% dice di non avere le idee chiare perché tutto è molto incerto, e solo poco più del 17% dichiara di sentirsi abbastanza sicuro e con le spalle coperte.

«L’attendismo cinico degli italiani si alimenta anche nella convinzione che in fondo ci sono alcune invarianti nei processi sociali che con la crisi finiscono per patologizzarsi», dice il Censis.

BAMBOCCIONI. Dei circa 4,7 milioni di giovani che vivono per conto proprio, oltre un milione non riesce ad arrivare a fine mese. Sono 2,4 milioni quelli che ricevono “regolarmente o di tanto in tanto” un aiuto economico dei propri genitori.

E tra i 18-34enni sale al 43% la quota di chi si sente inquieto e con un retroterra fragile e scende ad appena il 12% la quota di chi si sente al sicuro.

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